sabato 19 aprile 2008

LA VITA E' ALTROVE

Chi, come me, ha vissuto un periodo giovanile denso di tensione ideale e politica è portato a considerare i giovani sotto una luce positiva e piena di speranza. Ho sempre pensato che il disagio e la rabbia dei giovani sia una sorta di fuoco sacro, un impeto legittimo verso il cambiamento, una specie di garanzia contro l’appiattimento e la disillusione dei tempi che stiamo vivendo.
Purtroppo mi capita sempre più spesso di imbattermi in giovani balordi, in ragazzi che rifiutano lo studio non in nome di una cultura diversa o alternativa ma solo per pura infingardaggine. Totalmente disinteressati dalla realtà che li circonda, completamente immersi nel culto vuoto dell’immagine, irresistibilmente attratti dal mito dello “star bene” attraverso alcolici e stupefacenti, campioni di performance del sonno fino al pomeriggio, hanno un vocabolario da scuola media e comportamenti da bulli di quartiere. Opportunamente motorizzati da genitori/vittime, passano il tempo per le strade, nei bar e nei locali alla moda impegnati nella suprema arte del cazzeggio. Non hanno problemi di frustrazioni sessuali e vivono le loro storie sentimentali secondo i santi insegnamenti della bibbia televisiva: i serial tv sono costituiscono la loro educazione sentimentale e rappresentano la realtà che vorrebbero vivere. Questa “realtà”, emendata dei problemi quotidiani ed espunta dalla storia contemporanea, è l’unica da considerare e da seguire con attenzione. Sempre alla ricerca di emozioni forti, spesso rischiano brutti incidenti, facilmente frequentano ambienti “border line”, ma sempre con il cinico ghigno di colui al quale nulla è vietato. In queste comunità di balordi si è giudicati per come ci si veste, per quello che si possiede e per quanto si è disposti a spendere, si fanno feste sfarzose per i diciott’anni (grazie agli imbecilli genitori/vittime) con liste regalo presso i negozi di grido. Con la patente è d’obbligo l’auto accessoriata per festeggiare l’ingresso nella società dei pari di un altro fesso integrale. Qualcuno potrebbe ribattere che finalmente, dopo le nefaste influenze del ’68, si è tornati al trionfo dell’aurea mediocritas, del pragmatismo, di una gioventù con i piedi per terra, invocando, a conforto di ciò, gli esiti delle recentissime elezioni politiche in cui la sinistra più estrema è andata distrutta completamente. Ma, porca polenta, chi se non i giovani hanno il sacrosanto dovere di gridare contro le ingiustizie e le iniquità che ci circondano? Perché dovrebbero subire in silenzio gli effetti disastrosi di una politica e di un modello di sviluppo miseramente falliti? E’ vero, mai come questa volta, i giovani non hanno manifestato il loro dissenso votando partiti più antagonisti a questa società, molti non hanno neanche votato. Troppo impegnati a dormire per recuperare la bisboccia del sabato notte, il lunedì successivo lo hanno dedicato ad acconciarsi i capelli secondo l’ultima moda: Napoleone Bonaparte e lo stile Impero. Ma loro non lo sanno. Dubito che conoscano lo stile Impero e anche su Napoleone avrei dei forti dubbi. Sono troppo impegnati a “vivere la loro vita”, a perseguire la conquista della felicità. Non sanno, meschini, che la vita è altrove, dove la gente lotta ogni giorno per conquistarla, per capirla e per renderla meno dura. La zolla di terra spaccata dall’aratro, l’esperienza umana raccontata nei libri, sono momenti di vita autentica, che lasciano il segno nelle cose e nelle coscienze: non arrendiamoci alla vuota arroganza di questi nuovi zombies.
Amorevoli mamme italiane, è ora di smetterla di fare la chioccia a un mentecatto, piantatela di cucinare il suo piatto preferito e di stirare la sua camicia griffata, al mattino sbrandatelo senza pietà. Falsi burberi padri italiani, se vi avanza ancora un po’ di tessuto testicolare è ora di usarlo, il calcio nel sedere è sempre stato un buon sistema per rimettere le persone in movimento.
Per fortuna questi balordi non sono tutti i giovani, sebbene il loro numero aumenti in modo preoccupante. Le nostre speranze ricadono sui giovani normali verso i quali dobbiamo un’attenzione particolare affinché conservino intatti rabbia ed entusiasmo ma, soprattutto, desiderio di sapere e speranza perché il futuro sia migliore.

1 commento:

mariasole ha detto...

si è vero...ma è pur vero che i genitori nn esistono più..andiamo a dei colloqui ad esempio..basta guradarsi attorno ..mamme tutte uguali..tg 40 42 appena uscite da un centro estetico...che nn fanno altro che parlare di grandefratello e amici di chissà chi...papa con jeans più strappati dei figli con il gel che nn fanno che guardarsi attorno ...insomma genitori tutti incentrati su se stessi e sui loro fallimenti...nn hanno tempo per dare educazione ai propri figli e poi xchè se imparano a litigiare specialmente in malo modo possono avere un avvenire in tv...