venerdì 20 maggio 2011

LA CONFERENZA






“E’ una iattura! Roba da non crederci! E come si fa?...Come si fa??”. Le imprecazioni rimbombavano pesantemente nella sala deserta seguendo il vortice sonoro causato dal vagare continuo di quella voce rauca attraverso le sedie vuote.
“Presidente!.....Presidente!...Si calmi, la prego…forse c’è un modo per risolvere il problema e salvare l’immagine della nostra associazione…”, la voce rauca del presidente smise di ondeggiare e seguì dritta la direzione dei suoi occhi infuocati “Ma che dice segretario! Cosa vuole aggiustare? Cosa vuole risolvere? Il professor Petazzi è morto! Morto!!..Proprio la sera prima dell’inaugurazione della nuova sede della nostra associazione…Sei mesi ci sono voluti per riuscire ad assicurarci una conferenza del mitico Petazzi…il più eminente scienziato del nostro paese…un candidato al premio Nobel!! E ora? Tutto alle ortiche…tutto cancellato!”.
“Scusi presidente…potremmo ugualmente andare avanti se solo fossimo disposti a modificare il programma…, mi spiego meglio: trasformiamo la conferenza di Petazzi in una sua commemorazione…” La voce rauca cominciò ad assottigliarsi:”Commemorazione….lei dice di commemorare l’insigne scienziato…sì…sì…e poi sarebbe l’unica strada percorribile se non vogliamo cancellare la manifestazione….ma…come farla questa commemorazione…lei che dice?”
“Di solito le commemorazioni le fanno alte personalità o colleghi o amici del defunto…a questo punto lei mi dirà che non abbiamo la possibilità materiale di contattare nessuno di questo genere di persone…” , il presidente fece due passi e fu a pochi centimetri dal segretario:” Esatto! Siamo nel caos più totale…avanti…dica.. dica!”. Il segretario indietreggiò di un passo:”Ecco…potremmo dividere la manifestazione in due parti: nella prima, lei, in qualità di presidente, esporrà la triste improvvisa circostanza e ricorderà la biografia del professore…poi, nella seconda parte ci vorrebbe qualcuno che faccia una prolusione più generica sulla finitezza dell’essere umano.. sulla caducità della vita…una roba del genere..”. “Magari un teologo! Sì certo…l’arcivescovo è persona sempre disponibile…”, “E no presidente…l’arcivescovo non può…non dimentichi che il compianto professor Petazzi era un ateo militante, un uomo che si è sempre battuto per la laicità dello stato…”
“Caspita è vero! Che gaffe tremenda stavo per fare! ….Ma allora siamo nei guai…e dove lo troviamo il conferenziere che fa per noi? …Dove?” . Il segretario fece un passo in avanti e si piegò verso l’orecchio del presidente:” Lo troviamo nel nostro Liceo…il professor Giordano Bruno Passalacqua ….” . Il presidente sgranò gli occhi:”Passalacqua? Quel vecchio citrullo?” “Certo! E’ professore di filosofia, ha scritto dei libri e soprattutto è un ateo convinto”. Il presidente si lasciò andare pesantemente su una sedia:” Va bene.. non ci sono alternative.. e non c’è manco il tempo di studiare per bene la cosa…per favore gli parli lei…mi raccomando….”, il segretario sussurrò:”veramente dovrebbe essere il presidente a rivolgere l’invito…”, il presidente lo fissò in silenzio e poi sbottò:”adesso vuol farmi credere di non sapere niente! Tutto il paese conosce la storia…tutti sanno che qualche anno fa quel vecchio citrullo bocciò mio figlio ingiustamente…costringendomi a ricorrere al Provveditore..” “ il Provveditore non è il suo migliore amico? Sbaglio o passate le vacanze sempre insieme?” “No.. non sbaglia…ma questo non vuol dir nulla…gli ispettori rilevarono gravi irregolarità e il mio ragazzo fu promosso”, “e il professore che fece?” “Nulla…non un gesto…non una parola..” “ma allora di che si preoccupa? “ “non mi preoccupo…vado a spedirgli un telegramma di invito…fra qualche ora lo contatti lei per sapere la risposta e prendere eventuali accordi”.
La sera era calata da poco, la sala era gremita di gente, molto più del previsto. Il presidente era compiaciuto ma una piccola perplessità ogni tanto si manifestava di fronte ad una adunata del genere, più che ad una conferenza aveva la sensazione di trovarsi allo stadio il giorno del derby.
L’ora scoccò e il presidente incominciò il suo discorso. Era molto nervoso, non per la circostanza ma per l’assenza del professore….Quel maledetto non si vedeva e lui non sapeva che fare una volta terminato il discorso. Riuscì a tergiversare per una quarantina di minuti, poi terminò. L’applauso durò parecchio, ma la confusione non impedì a Giordano Bruno Passalacqua di attraversare la sala e di raggiungere il posto dell’oratore. Il presidente, sorridente ma provato, si lanciò in una presentazione più che lusinghiera, dipingendo il professore come una gloria locale, come un fulgido esempio di grande onestà e straordinaria competenza.
Il professore fissava la sala in silenzio, il pubblico pendeva dalle sue labbra, immobile.
Fece un respiro profondo, si umettò le labbra con la lingua, alzò la mano destra all’altezza della spalla e cominciò a parlare.
“ Ci sono cose ben peggiori della morte. La pasta al forno con la mortadella, vino e gassosa, lo shampoo alla mela verde, le ascelle non lavate, una serata con una donna separata da poco, una serata con un uomo appena piantato dalla sua donna. Eppure la morte è l’unica cosa che fa veramente tremare i polsi a gente estremamente risoluta come i venditori di enciclopedie o i dentisti. In realtà nessuno sa cosa realmente essa sia, così come nessuno può dire di sapere cosa esattamente ci aspetta dopo di essa. Al di là delle teorie filosofiche e delle convinzioni religiose, in realtà non se ne sa proprio un bel niente. Quello che sappiamo è cosa succede nella vita dopo che la morte è passata per fare un po’ di spazio: non succede nulla; c’è il dolore dei sopravvissuti, la soddisfazione degli addetti ai servizi funebri, la preoccupazione di ereditare qualche debito, un generico senso di costernazione espresso più che altro per scopi scaramantici. La vita continua, the show must go on. Con l’ultimo atto della tumulazione della salma si archivia definitivamente una vita, ne rimarrà traccia negli archivi anagrafici e in eventuali opere dell’ingegno, giacchè la traccia nella memoria dei congiunti è destinata anch’essa a scomparire.
Ricapitolando, la questione sta in questi termini: temiamo la morte ma non ne sappiamo nulla. Non è solo legittimo timore di patire dolore e sofferenze, è proprio paura dell’ignoto, paura di dover lasciare ciò che si conosce per una cosa che non si conosce, certi che mai nessuno la conoscerà. E’ questo il motivo per cui l’uomo non vuole morire e fa di tutto per procrastinare questo ineluttabile evento. La cosa paradossale è che questo voler vivere il più possibile si verifica a tutte le latitudini, un giovane sudamericano che sopravvive faticando come una bestia per dieci ore al giorno in una miniera a cielo aperto ha la stessa determinazione di un impiegato della Provincia, noto luogo ameno in cui si pratica allegramente otium et negotium fra cappuccini e cornetti. Poi ci sono i poeti, coloro che sostengono che si può vivere la vita ma essere interiormente, affettivamente e culturalmente, morti. Ma questa è un’altra storia . Non c’è molto da fare e men che meno da dire su questa faccenda, la cosa più intelligente da fare è aspettare, stare a vedere che succede, essere curiosi ma calmi; la calma è fondamentale, non bisogna avere alcuna fretta. Anche quando avremo la sensazione che il nostro tempo stia per finire dobbiamo restare calmi, la fretta non serve a niente, se la nostra ora è arrivata scopriremo l’arcano, se invece è stato un errore ricordatevi la prossima volta che non è opportuno mangiare due chili di cozze crude e tuffarsi in mare per digerire meglio.”
Mentre il pubblico applaudiva pazzamente abbandonandosi ad eccessi come fischi e risate sguaiate, il professor Giordano Bruno Passalacqua raccolse le sue carte, scese dal podio e guadagnò velocemente l’uscita.
Il presidente rimase immobile, il colorito terreo, un grumo di saliva nell’angolo della bocca semiaperta, tradivano uno stato di shock. Il segretario s’alzò di scatto anticipando il preside del liceo che si stava avvicinando al presidente:”Grazie preside, grazie per essere intervenuto..” e quello, inforcando il cappello, ”lo dica al presidente…io lo sapevo…quella storia dell’ispezione di qualche anno fa…non poteva finire così. E’ venuto tutto il paese ad assistere alla sua vendetta…e che vendetta! A lei poi voglio dare un consiglio disinteressato: si dimetta…qualcuno potrebbe ricordarsi di lei…il figlio della vedova di guerra che fu la governante di Passalacqua per vent’anni… arrivederla ”.

domenica 1 maggio 2011

SANTO L'ANGELO DEL MOLOCH di Allen Ginsberg



Santo! Santo! Santo! Santo! Santo! Santo! Santo!

Santo! Santo! Santo! Santo! Santo! Santo! Santo!

Il mondo è santo! L’anima è santa! La pelle è santa!

Il naso è santo! La lingua e il cazzo e la mano e il buco del culo sono santi!
Tutto è santo! tutti sono santi! dappertutto è santo!tutti i giorni sono nell’eternità! Ognuno è un angelo!

Il pezzente è santo come il serafino! il pazzo è santo come tu mia anima sei santa!

Santo Peter santo Allen santo Solomon santo Lucien

santo Kerouac santo Huncke santo Burroughs

santo Cassady santi gli sconosciuti mendicanti sodomiti

e sofferenti santi gli orrendi angeli umani!

Santa mia madre nel manicomio! Santi i cazzi dei nonni del Kansas!

Santo il sassofono gemente! Santa l’apocalisse del bop!

Santi gli hipsters di jazz & marijuana pace & streppa & tamburi!

Sante le solitudini dei grattacieli e delle strade! Sante le cafeterias piene di milioni!

Santi i misteriosi fiumi di lacrime sotto le strade! Santo il juggernaut senza compagni!

Santo il vasto agnello della borghesia! Santi i pazzi pastori della ribellione!

Chi capisce Los Angeles E’ Los Angeles! Santa New York Santa San Francisco

Santa Peoria e Seattle Santa Parigi Santa Tangeri Santa Mosca Santa Istambul!

Santo tempo nell’eternità santa eternità nel tempo santi gli orologi nello spazio

santa la quarta di-menzione santa la quinta Internazionale santo l’Angelo del Moloch!

Santo il mare santo il deserto santa la ferrovia santa la locomotiva sante le visioni

sante le allucinazioni santi i miracoli santa la pupilla santo l’abisso!

Santo perdono! pietà! carità! fede! Santi! Nostri! corpi! sofferenza! magnanimità!

Santa la soprannaturale ultrabrillante intelligente gentilezza dell’animo!
1955
(tratto da “Jukebox All’idrogeno”, Guanda edizioni)