domenica 30 maggio 2010

Mark Achbar & Jennifer Abbott - The Corporation 7/14 (ITA)

The Corporation - La Devastazione Crea Opportunità

LA VENDETTA DI MARX


All’indomani della caduta del muro di Berlino nessuno avrebbe potuto pensare che nel giro di qualche decennio molti aspetti nodali dell’analisi marxiana si sarebbero rivelati esatti. La sbornia causata dal fallimento del “socialismo reale” aveva liquidato in un solo colpo non solo un’esperienza storica che aveva avuto effetti devastanti ma anche un pensiero filosofico e un ricchissimo bagaglio di esperienze e di prassi politica e sociale. Si è voluto confondere, molto spesso in malafede, il tramonto delle ideologie, ovvero la fine di orizzonti ideali di riferimento, con l’inadeguatezza di ogni criterio di analisi e di interpretazione della realtà e della storia. Si è inneggiato al libero mercato come all’unica, concreta e positiva forma di organizzazione della società e dell’economia. Si è voluto favoleggiare sulla bontà etica e morale della libera iniziativa e del consumo diffuso. È stato inculcato all’umanità tutta il culto della religione liberista attraverso i riti misterici di moltiplicazione del denaro celebrati nei nuovi templi denominati Borse d’Affari.
Non ci è voluto molto tempo perché l’inganno si disvelasse: il dio magnanimo liberista si è rivelato un Moloch sanguinario e senza pietà. Nel nome del facile guadagno di pochi ha voluto il sacrificio di moltitudini di persone che, in poco tempo, hanno perso lavoro e dignità. Per non parlare del sacrificio richiesto alla Natura attraverso la distruzione sistematica delle risorse vitali del pianeta.
L’economia mondiale è in mano a pochi speculatori senza scrupoli che, organizzati in comitati d’affari, usano la politica per incrementare le loro ricchezze a scapito di chi, per vivere, deve lavorare senza sosta. In questi ultimi anni l’economia mondiale non riesce a trovare un equilibrio che possa determinare un “nuovo ordine” planetario, poiché i cosiddetti “investitori” (ovvero coloro che puntano a guadagnare scommettendo sui ricavi delle multinazionali e sull’economia degli stati) hanno un unico criterio di comportamento: guadagnare il più possibile indipendentemente dagli effetti economici e sociali che queste speculazioni generano. Coloro che si arricchiscono vendendo e acquistando azioni e obbligazioni commerciano in carne umana poiché determinano il destino di milioni di persone tra lavoratori e le loro famiglie. Queste dinamiche economiche, che si realizzano in un mercato globalizzato, sono di portata sopranazionale e quindi si svolgono al di sopra di ogni possibile controllo della politica. Così accade che una delle funzioni più importanti della politica, ovvero la capacità di indirizzare e di favorire lo sviluppo economico di uno stato, diventa impossibile, anzi, si realizza l’esatto contrario: la politica è costretta ad inseguire le rotte dell’economia per evitare o per attutire tutte quelle conseguenze che sono nefaste per l’assetto sociale di una comunità. In passato la politica è riuscita ad influenzare l’economia (pensiamo alla Grande Depressione e alla ricostruzione post bellica) muovendo sapientemente idee e risorse pubbliche, ma nell’attuale assetto economico planetario le cose girano diversamente. L’industria è diventata “mobile” e si sposta nel pianeta inseguendo luoghi e mano d’opera a basso costo, la società dei consumi ha messo radici nella cultura e nell’immaginario dell’uomo spingendolo a inseguire falsi miti e status symbols attraverso il debito, gli stati sono diventati mega aziende e vengono “quotati” in base al debito pubblico e alle obbligazioni che sono costretti ad emettere, le banche sono diventate il nodo cruciale di questo sistema attraverso una perversa organizzazione di raccolta e ridistribuzione della liquidità per cui, non solo vendono denaro ma si sono specializzate nel vendere i debiti di coloro ai quali hanno venduto denaro. Chi volesse leggere (senza preconcetti) gli scritti di Karl Marx si accorgerebbe che moltissima parte di ciò che viviamo in questi giorni era stata prevista e, con essa, era stato disegnato uno scenario economico e sociale in cui le contraddizioni del capitalismo evoluto sarebbero emerse in un modo violentemente evidente.
E se, da una parte, ora non ha alcun senso fare l’apologia del marxismo, dall’altro, è inevitabile dover ammettere che il capitalismo non può rappresentare il miglior sistema di convivenza dei popoli e delle persone. Urge puntare alla costruzione di un pensiero critico autenticamente libero fondato sui diritti fondamentali di ogni essere umano, conoscere e riconoscere tutte quelle dinamiche del potere che, in modo più o meno subdolo, creano nuove forme di schiavitù e di consenso. Ma soprattutto è assolutamente necessario salvare le nuove generazioni dal pernicioso condizionamento della società dei consumi: è in gioco la salute del pianeta e il futuro dell’umanità.

sabato 22 maggio 2010

IL CONDOM, L'ULTIMA SPERANZA

Atto Unico - LA PANCHINA






Un anziano signore piuttosto trasandato siede su una panchina e legge il giornale.
Da un vialetto laterale sbuca una signora con un carrozzino. Si ferma un attimo, guarda l’anziano e si va a sedere all’estremità della stessa panchina. Si aggiusta il vestito, rimbocca la copertina che copre il bambino.

- Buongiorno!
- Giorno…risponde l’anziano senza guardare.
- Che giornata! Che sole! Sembra sia arrivata la primavera! Sospira, guarda il bimbo, sorride: Questa è la sua prima passeggiata al parco! Rovista nella tasca del carrozzino e tira fuori una bottiglietta di plastica vuota: Mi scusi, le dispiace darmi un’occhiata al bimbo? Vorrei prendere un pò d’acqua dalla fontanella…Senza attendere la risposta si alza e va verso la fontana.

L’anziano piega il giornale, si inclina leggermente per guardare dentro al carrozzino, scuote la testa.

- Grazie! Ha visto? Ho fatto in un baleno! Si siede e sorseggia dalla bottiglia.
- Baby sitter?
- Oh no! Io sono la mamma! E questo è il mio cucciolotto!
- Fintanto che son cuccioli sono belli e bravi….poi crescono…diventano forti…e mordono!
- Mordono? Ahahahaha…ma che dice? È un bambino..mica un cane…
- Lo so che è un bambino…e mi dispiace per lei che non sia un cane….
- Ma che sta dicendo? Vuol paragonare un essere umano ad un cane? Ma si sente bene?
- A dire il vero non sto molto bene….gli acciacchi dell’età…e questa debolezza….
- Ohh mi dispiace! Faccia una bella cura ricostituente!
- L’ho fatta….sei mesi fa…sono riuscito a rimanere in ospedale per trenta giorni…che pacchia! Poi si sono accorti che ci marciavo e mi hanno dimesso…accidenti a loro!
- Non capisco! Che vuol dire che ci marciava?
- Che fingevo…hanno mangiato la foglia! Hanno capito che ero lì per un letto caldo e tre pasti al giorno…bha! Pazienza!
- Mi scusi…sono confusa…non avevo capito che lei è un senza tetto!
- Io senza tetto?..Noo..no, lei è fuori strada…io ho una casa, in affitto, ho anche la pensione…ero impiegato al Credito Nazionale…
- A me risulta che le pensioni dei bancari siano piuttosto buone…
- È vero..sono buone pensioni…ma vede…metà devo passarla alla mia ex moglie, della restante metà un terzo è pignorato, un altro terzo va alla pigione e con l’ultimo terzo dovrei vivere…e vivo mangiando brodino e zuppa di pane e latte.
- Comincio a capire…la vita è stata crudele con lei…
- Non la vita…cara signora….il cucciolo…anzi, la cucciolata!
- La…..cucciolata….
- Si…i miei due figli…un maschio e una femmina…che Dio li maledica!
- Lei bestemmia!!
- Signora ….io sono una bestemmia vivente! Li ho amati e li ho cresciuti nel modo migliore..ho fatto di tutto per comprenderli e per accontentarli….sono arrivato a fare tre lavori pur di soddisfare ogni loro desiderio….sono stato un pazzo…non ho capito che stavo allevando dei mostri…
- Ma è tremendo quello che dice! Se ne rende conto?
- Sin da bambini volevano…volevano..anzi, pretendevano…io e mia moglie eravamo diventati i loro servitori, la loro banca, i poveracci da deridere e disprezzare, coloro che della vita non avevano capito nulla…
- Ma si sa, i giovani devono sempre contestare, criticare, pensare al divertimento. Vogliono essere spensierati…
- Spensierati un corno! Sono attentissimi alle differenze sociali, agli status symbol, ad ostentare le ultime mode, a disporre sempre di denaro…denaro…ma io a un certo punto ho detto basta….ed è stato l’inizio della fine…tutti e due hanno usato la madre per farmi la guerra, così io e mia moglie ci siamo sbranati a vicenda fino all’osso…fino alla separazione. E quando è giunto il momento di dividere i beni, sono riusciti a farsi intestare tutto, lasciandoci in mutande.
- Ma scusi..il suo mi sembra un caso veramente eccezionale…normalmente le cose non finiscono così..
- E chi lo sa? Lei è sicura che suo figlio non diventi un delinquente? Come fa a saperlo? Lei lo vede piccolo, indifeso..ma non sa se dietro quel sorriso angelico si nasconde un ghigno beffardo…se dopo le prime, tenere, parole non vi saranno imprecazioni, urla e aggressioni fisiche e verbali.
- La donna fissa preoccupata il carrozzino. Ma come è possibile? Il mio Cicci….
- Cicci? Si chiama Cicci?
- Ma no! L’abbiamo chiamato Kevin…
- Perché?
- Come perché?...Perchè è un nome che ci piace!
- Ma un nome non deve piacere…non è un vestito o un gelato…il nome è il primo segno di appartenenza a una stirpe, è il collegamento agli avi, è la storia che entra nel bagaglio di una persona. Avete sacrificato la storia nel nome del piacere, dell’estetica. Ma avete fatto anche peggio: avete introdotto l’idea che l’eredità sia costituita solo dai beni materiali e che cose come l’esempio, l’impegno e lo stile di vita non siano il vero cespite che ognuno lascia ai suoi successori. Kevin è un nome da consumatore senza storia, da pollo da batteria messo all’ingrasso di cibi, di beni e di nozioni inutili, un nuovo schiavo della società di massa.
- Lei è cattivo! È la disperazione che la fa parlare in questo modo! Non sono tutti come i suoi figli…
- I miei figli sono due mostri e i miei nipoti….si figuri.. Gaia… Deborah con l’acca e Alessio….lo stanno diventando. Il loro telegiornale è la pubblicità, la loro educazione sentimentale e civile dipende dai telefilms, i loro modelli di riferimento sono i protagonisti dei reality show, le loro emozioni dipendono dal possesso e dall’acquisto…..tra non molto saranno presi dalla noia e si cimenteranno con la trasgressione….una trasgressione vuota….non una ricerca di nuovi equilibri….ma un tunnel catatonico….
- Piangendo. Ma ci sono cose, caro signore, che non si possono dimenticare…l’affetto dei genitori…il calore della famiglia..
- Il suo Kevin imparerà a misurare il suo affetto attraverso le merci e il denaro…..e ogni volta che lei dirà di no sarà per lui una cosa insopportabile…perché negare gli oggetti e il denaro significherà negare l’affetto. Lei cercherà di fargli capire…proverà a convincerlo…ma i suoi tentativi saranno inutili…signora…mi creda…non mi fa piacere dirlo…ci sono passato anch’io…lei è stata, per questa società, una fattrice…sì…un animale riproduttivo…suo figlio è stato suo finchè l’ha portato in grembo. Ora che è nato la società lo reclama….ha bisogno di carne fresca…di nuovi consumatori…è tragico…è mostruoso…è la verità.
La donna non piange più…fissa la carrozzina senza alcuna espressione. Si è fatto tardi…devo andare…la saluto
- Arrivederla signora, e stia su…viviamo tempi terribili. Riprende a leggere il giornale.

La donna si allontana per fermarsi davanti a un cassonetto di rifiuti. Lentamente prende il bambino dalla carrozzina e lo getta nel cassonetto. Poi prende la carrozzina e butta anche lei nell’immondizia. Chiude il coperchio del cassonetto e lentamente va via.

lunedì 3 maggio 2010

UN POSTO, NON SO DOVE


Un posto, non so dove
Per riavere entusiasmo
Per ridere senza motivo
Per lasciar cadere le lacrime
Per liberare la musica nell’aria
Per respirare la vita.

Un posto per lasciar libera l’ombra
Per lasciar scivolare i passi
Per inseguire le nuvole con lo sguardo
Un posto dove la memoria non faccia soffrire.
Un posto dove il peso degli anni sia più lieve.
Un posto dove l’amore possa essere nudo.

Un posto, non so dove.