mercoledì 2 ottobre 2013

GIULIANO GEMMA: LA MITEZZA DEL MITO





Con Giuliano Gemma scompare un simbolo del grande cinema italiano. Durante la sua lunga carriera ha attraversato tutti i generi cinematografici, dalla commedia al western spaghetti, dal film d'arte a quello storico, sempre diretto da grandi maestri e sempre riscuotendo grande successo di pubblico e di critica.
Esordisce giovanissimo come stuntman ma viene subito notato per le sue doti di presenza di scena e di grande fotogenia. Dino Risi lo sceglie per un piccolo ruolo accanto ad Alberto Sordi (Venezia, La Luna E Tu, 1958), seguiranno altre piccole interpretazioni fino a quando Duccio Tessari non gli affida la parte di uno dei protagonisti del fortunatissimo Arrivano I Titani (1962). Ne Il Gattopardo (1963) di Luchino Visconti interpreta un generale garibaldino e riscuote grande apprezzamento partecipando a due films della saga di Angelica. Ma il grande successo arriva col genere western spaghetti interpretando il mitico Ringo in diversi films diretti da Duccio Tessari, Tonino Valerii e Sergio Corbucci. Dalla seconda metà degli anni '70 Giuliano Gemma si cimenta in ruoli più impegnativi diretto da grandi maestri del cinema italiano: Il Deserto Dei Tartari (1976) di Valerio Zurlini, Il Prefetto Di Ferro (1977) di Pasquale Squitieri, Un Uomo In Ginocchio (1979) di Damiano Damiani, Tenebre (1982) di Dario Argento, Speriamo Che Sia Femmina (1986) di Mario Monicelli.
Le doti attoriali di Giuliano Gemma sono caratterizzate da un grande senso della misura, da una costante autoironia e dalla naturalezza. Un uomo mite, serio, sempre disponibile, che ha sempre voluto separare la dimensione privata da quella pubblica e che ha coltivato con sapienza umiltà e discrezione.
Ha lavorato in più di cento films e trenta produzioni televisive. E' stato premiato con il David di Donatello, il Globo D'Oro, il Nastro D'Argento e ha ricevuto per ben tre volte il Premio De Sica.
Il pubblico italiano non potrà mai dimenticarlo.