venerdì 30 gennaio 2009

NATALIE DESSAY - Handel: Tu del ciel ministro elletto

UNA PROVA DELL'ESISTENZA DELL'ANIMA

ANTONIO ALBANESE - Il professore - Giù al Nord

TURBAMENTI DELLA CLASSE INSEGNANTE

mercoledì 28 gennaio 2009

martedì 27 gennaio 2009

COSCIENZA ASSOLUTAMENTE TRANQUILLA

TESTIMONI DELL'INFERNO 2

NEDO FIANO

TESTIMONI DELL'INFERNO 1

lunedì 26 gennaio 2009

domenica 25 gennaio 2009

sabato 24 gennaio 2009

LUCARIELLO - Pistole Puttane e CocaCola

QUANDO UNA CANZONE E' MEGLIO DI UN SAGGIO DI SOCIOLOGIA.

Int'o Rione

MUSICA E SOTTOPROLETARIATO URBANO

giovedì 22 gennaio 2009

STEPS AHEAD - Skyward Bound

PASSEGGIATA NOTTURNA

JOHN WILLIAMS - Isaac Albeniz: Asturias

IMMAGINIFICA

ROSSINI - La Cenerentola: "Questo è un nodo avviluppato"

PURO GODIMENTO

DIO E GORGONZOLA


Da qualche mese imperversa su tutti gli schermi tv nazionali uno spot pubblicitario sul formaggio gorgonzola. Si tratta di quel tipo di pubblicità studiata per stimolare il consumo di un genere di prodotto e non di una marca in particolare. Già nel passato vi sono stati esempi del genere che hanno riscosso un particolare successo grazie alla formula e grazie al testimonial: chi non ricorda (fra coloro che hanno l’età) Nino Manfredi e la pubblicità della Pura Lana Vergine (“Beeh!! Si sente l’anima della pecora!!) o Renzo Arbore e la Birra (“Chi beve birra campa cent’anni!”riprendendo un vecchio adagio pubblicitario degli anni ‘30). Il senso profondo di questo genere di pubblicità sta nel progetto dei produttori di una determinata merce di incentivarne il consumo creando una forte simbolizzazione nell’immaginario collettivo (non è lana se non è Pura Lana Vergine, non è prosciutto se non è di Parma, non ti disseti se non bevi birra, ecc.). La necessità di un efficace testimonial si impone particolarmente in questi casi, poiché il beniamino del pubblico fa da garante della sincerità del messaggio proponendosi come colui che per primo ha operato quella scelta di consumo. La “seduzione” del testimonial (che invita il consumatore ad imitarlo) passa attraverso la sua notorietà, il suo successo, la sua simpatia. Per quanto riguarda lo spot in questione (prodotto dall’agenzia Chocolat Productions) la faccenda è alquanto diversa poiché si è deciso di non utilizzare un testimonial e di strutturare il messaggio in diverse sequenze basate sull’ambiguità linguistica a sfondo sessuale. E’ evidente che la “bella topolona” è tale non tanto perché sceglie il formaggio (cibo-simbolo del topo) quanto perché lei (la donna) è una bella “topa”, dove “topa” viene usato come una sineddoche (figura retorica che descrive una parte per il tutto) e quindi da essere un eufemismo dell’organo genitale femminile diventa sinonimo di “bella donna” (lo stesso processo linguistico che si verifica con “gnocca”, “passera”, ecc.). In sostanza la bella donna libidinosa preferisce il gorgonzola, ergo il gorgonzola è un cibo libidinoso, eccitante, afrodisiaco. Che il gorgonzola sia uno dei formaggi italiani più buoni, non c’è alcun dubbio. Difficile però immaginarlo libidinoso a causa del suo odore; perché il gorgonzola puzza in un modo particolarmente schifoso, e se lasciate per due giorni una fettina da 30 grammi in frigorifero avrete la netta sensazione che il vostro elettrodomestico si sia trasformato in una scarpiera piena di scarpe da tennis usate ogni giorno per sei mesi in modo continuo. Eh sì, perché il problema del gorgonzola sta tutto là e mi meraviglio come una grande agenzia pubblicitaria non abbia compreso che nessuno conserverà in frigo una tale arma chimica. Non è stato geniale accoppiare il sesso col formaggio puzzolente. E anche se si amano le emozioni forti, questo è troppo. Ormai la famiglia-tipo italiana fa la spesa una volta alla settimana e appestare il frigorifero con un tanfo di piedi sporchi per tanti giorni è veramente impensabile. I produttori di gorgonzola potranno sperare in un incremento delle vendite solo quando avranno trovato il modo di ovviare a questo grave inconveniente.
Un altro cataclisma pubblicitario è in arrivo nelle strade italiane: gli autobus con slogan inneggianti all’ateismo, così come già accade in Spagna e in Gran Bretagna. Alcune associazioni di atei militanti ritengono sia giunto il momento di informare la gente che Dio non esiste. E’ triste assistere ad un così rapido processo di disfacimento del cervello umano, è penoso sapere che ci sono persone disposte a perdere tempo e denaro per trattare le idee e i concetti come fossero formaggini. Stiamo assistendo alla nascita di una nuova religione che adora il non-Dio? Si stanno formando delle nuove parrocchie per la diffusione del non-Verbo? Personalmente ho sempre ritenuto che l’ateismo fosse una forma di religione (io che mi ritengo agnostico), ma mai avrei pensato a una qualche forma di organizzazione confessionale. Evidentemente il fideismo (in una divinità o in nessuna divinità) e l’integralismo non conoscono limiti né vergogna alcuna. Ma mentre posso comprendere il desiderio di diffondere un messaggio religioso, non riesco a capire la necessità di proclamare il nulla, il vuoto, il non Essere. Ha un senso preciso diffondere la Rivelazione, non ha alcun senso predicare il Vuoto Pneumatico, è una questione di logica; a meno che dietro questa farsa antimetafisica non si nasconda qualche altro imbroglio. Pubblicizzare l’idea che l’uomo non ha alcun bisogno di Dio (cosa di per sé assolutamente falsa poiché l’uomo non è mai riuscito di fare a meno della metafisica, in tutti i tempi e ad ogni latitudine) potrebbe essere un primo passo verso l’idea che l’uomo è Dio e che nulla gli sia impossibile e che tutto gli sia dovuto. Corro troppo? Esagero? Può darsi, ma diffondere un’idea con toni e stile da imbonitore da fiera mi sembra pericoloso, equivale a liquidare in una frase d’accatto tremila anni di pensiero filosofico e teologico. Per non parlare del sangue versato in nome di Dio e di quello versato nel nome del Dio-Partito; di chi è morto pur di non abiurare, di chi è stato massacrato solo perché figlio di David, di chi ha cambiato radicalmente la propria vita nel nome di un richiamo irresistibile. Per non parlare dell’arte in tutte le sue forme, di come l’idea di Trascendenza abbia stimolato la creatività umana generando opere la cui fruizione, da sola, giustifica il senso della vita. Evidentemente il livello culturale di questi beceri inventori di pubblicità confessionale è talmente basso da ritenere che l’incrocio con un torpedone sia paragonabile alla conversione sulla via di Damasco. Oppure, e questo sarebbe il pericolo più grave, stiamo tornando alle frasi deliranti scritte sui muri o agli slogan orwelliani, ci stiamo incamminando verso un indottrinamento di nuovi valori. Il vecchio trittico Dio, Stato, Famiglia verrà sostituito dal nuovo Io, Denaro,Consumo. E Dio? Quello lo potremo trovare a saldo sugli scaffali accanto al gorgonzola.

mercoledì 21 gennaio 2009

JOSEPH LOSEY - Mozart: Don Giovanni

SEDUTTIVE SEDUZIONI

PAOLO CONTE - Boogie (Live a Montreal 1988)

CRONACA DI UNA CANZONE ANNUNCIATA

APPUNTAMENTO AL BAR TROPICANA. Terza Puntata


Era passato un mese e Onofrio non aveva più toccato il computer. Era deluso dalle esperienze che aveva fatto e piuttosto disgustato da come lui stesso le aveva vissute. Gli amici e i colleghi lo stimolavano a darsi da fare, a perseverare nel suo scopo e ad essere ottimista. Invece più i giorni passavano uguali, più si andava convincendo che sarebbe rimasto solo, che non esisteva una donna che avrebbe potuto interessarsi a lui. Era appena iniziato l’inverno e le giornate fredde e grigie acuivano la sua tristezza e quel senso di inutilità che lentamente lo aveva preso fino al punto di fargli dimenticare la voglia di costruire qualcosa di nuovo, di fargli assaporare la libertà dopo tanti anni di sacrificio spesi accanto alla madre malata. La vita scorreva lenta e metodica, come prima, forse più di prima. Dentro di lui cominciava a farsi largo quel tremendo senso di vuoto che spinge al disinteresse e alla trasandatezza, uno stato pernicioso che conduce alla perdita di rispetto verso se stessi, verso il proprio corpo e la propria anima. Ci si sente abbandonati dall’umanità e, lentamente, si abbandona se stessi entrando in una sorta di tunnel fatto solo di bisogni primari, di inutili ricordi e di vuote fantasie. Cominciava ad accusare disturbi psicosomatici come la cefalea, stati d’ansia, insonnia e gastrite. Passava le notti insonni a vedere vecchi films in dvd e ad ascoltare la programmazione notturna di Radio Berlino. Un bel giorno, in ufficio, guardando il calendario si accorse che ricorreva il compleanno della madre e decise di andare a trovarla. Il direttore gli concesse un permesso e in poco tempo raggiunse il cimitero. Mentre percorreva il viale che portava alla cappella di famiglia rimase colpito da una donna inginocchiata su una tomba che puliva la lapide. Quelle anche tornite, fasciate da dei pantaloni neri, si muovevano ritmicamente nel seguire le braccia impegnate a passare e ripassare uno spazzolone sulla pietra tombale. Era quasi ipnotizzato mentre sentiva il sangue ribollire e avvertiva, dopo tanto tempo, una sorta di violento moto ascendente che invadeva i calzoni sotto la cintura. Rimase inebetito a guardare fino a quando la donna non si alzò per prendere un bidone vuoto. A quel punto ebbe uno scatto felino e si mise a correre per raggiungere la cappella. In pochi secondi fu sul posto, aprì la porta, afferrò un secchio e si catapultò in un vialetto laterale coperto di muschio e foglie marcite. La scivolata fu inevitabile, nel disperato tentativo di non cadere dimenò le gambe ottenendo l’effetto opposto (come nel salto in lungo) di aumentare l’accelerazione andando a cadere col sedere su un mucchio di corone di fiori secchi deposte in un angolo dello spiazzo della fontana. Il dolore fu tremendo ma l’umiliazione fu feroce: davanti a lui c’era la donna che stava riempiendo il bidone alla fontana. “Si è fatto male?”, chiese preoccupata la donna, “Buongiorno”, rispose Onofrio con un ghigno di dolore, “Buongiorno a lei…tutto bene?” “Oh sì, grazie sto benone..” ebbe il coraggio di rispondere mentre faceva una scoperta raccapricciante: nella caduta aveva perso una scarpa e mezzo alluce fuoriusciva senza vergogna da un buco apocalittico nella calza scozzese. “Su, mi dia la mano, l’aiuto ad alzarsi”. Ora era in piedi e nel tentativo di nascondere la vergogna infilò il piede sotto lo schifoso strato di melma che copriva il pavimento dello spiazzo. Dal coccige partiva un dolore lancinante che percorrendo la colonna vertebrale risaliva fin nella testa, tremava e barcollava. “Mi dispiace, ma non riesco a trovare la sua scarpa..” “Lasci stare, non importa, è meglio che me ne vada, ho l’auto qui fuori”, “Aspetti, forse è meglio che l’accompagni, si appoggi al mio braccio”. Lentamente giunsero al parcheggio, “Mi permetta di accompagnarla a casa, lei è stata così gentile con me”, la donna sorrise ed entrò in macchina. “Mi chiamo Onofrio La Guardia, dove la porto?” “Piacere, Teresa Pennuti, può lasciarmi al bar Tropicana, conosce? Io lavoro lì”. Teresa doveva avere poco più di quarant’anni, non era bella ma piuttosto gradevole nell’aspetto e soprattutto nei modi. Mentre guidava, Onofrio ripensava all’accaduto e dentro di lui si faceva largo l’idea che non poteva essere stato un caso, il compleanno della madre, il desiderio improvviso di andare al cimitero, la caduta e tutto il resto. Forse la madre, dall’aldilà, aveva pensato a lui, forse era arrivato il momento di voltare pagina in quella vita insulsa e vuota. Doveva rivedere Teresa ad ogni costo. Giunto davanti al bar accostò l’auto “Posso permettermi di invitarla a cena? Vorrei ricambiare la sua squisita cortesia” “Non si preoccupi, per così poco…” “Insisto, vorrei conoscerla e farmi conoscere meglio…ci tengo moltissimo”, Teresa sorrise e strinse le spalle ”Allora va bene, io stacco alle ventuno ogni sera” “Benissimo, alle ventuno l’aspetto qui” “Stasera?” “Certo stasera, a meno che lei non abbia già impegni” “D’accordo, a stasera”. Si strinsero la mano e lei uscì. Mentre si dirigeva verso il bar, Onofrio rimase a guardare quei bei fianchi torniti che ondeggiavano discretamente. Si guardò nello specchietto retrovisore ed ebbe un sobbalzo: sul naso trionfava un grumo di fango, sul lobo dell’orecchio era rimasta attaccata una mezza foglia marcita di rosa. “Caspita!! Nonostante le mie condizioni sono riuscito ad avere un appuntamento..” pensò divertito e piuttosto soddisfatto. Mentre rimetteva in moto pensava alla profonda disperazione che lo aveva posseduto solo poche ore prima, ricordava in modo sfocato, gli sembrava un ricordo lontano nel tempo e nello spazio, ora non poteva fare a meno di sorridere, tutto gli sembrava lieve e tiepido, tranne l’alluce. (Fine).

martedì 20 gennaio 2009

lunedì 19 gennaio 2009

PAOLO CONTE - Aguaplano (Live a Montreal 1988)

VOLARE SULLA VITA

AD HONOREM





















Grazie ai buoni uffici e alla magnanimità di TestaBislacca questo Blog è stato insignito di ben due premi.
Il primo, Dardos, è per quei Blog che hanno dimostrato impegno nel trasmettere valori culturali, etici, letterari o personali. Il secondo, Kreativ Blogger, è invece riferito alla creatività.
La circostanza è ideale per ringraziare non solo chi ha concesso i premi ma anche tutti i lettori di questo Blog che con le loro visite quotidiane danno senso e stimolo a chi scrive. Poichè l'unica e grande soddisfazione per un blogger è quella di avere dei visitatori affezionati che ogni giorno (o quasi) impiegano una piccola parte del proprio tempo per leggere, ascoltare, vedere e riflettere sui vari argomenti proposti.
Ancora grazie e alla prossma.

sabato 17 gennaio 2009

UMBERTO GALIMBERTI - Pensare

UNA PRATICA SEMPRE MENO DIFFUSA

BANDA OSIRIS - Io Kant

GLI USI DELLA FILOSOFIA

IMPERATIVI CATEGORICI


Osservando la vetrina di un grande negozio di calzature mi è venuto in mente Immanuel Kant. Non si è trattata di una visione, poiché in fatto di visioni, estasi e allucinazioni varie ho una discreta esperienza; l’ultima, in ordine di tempo, è avvenuta poco prima di Natale: mentre fissavo con malcelata ingordigia la vetrina di un principesco pizzicagnolo in cui troneggiavano monoliti di formaggio, rosari di salsiccie, delikatessen di ogni genere e varie anatomie del porco transustanziate in sicure promesse d’estatica voluttà, ho visto un santo (probabilmente San Daniele) sbucare da dietro un enorme provolone facendomi gesti di entrare in negozio. C’è chi si è dato all’ascetismo per molto meno…Ma torniamo a Kant, chi avesse reminiscenze liceali ricorderà i due imperativi categorici espressi dal filosofo tedesco: quello relativo all’etica e quello relativo all’estetica. Secondo Kant dentro ognuno di noi è presente, innato, un sentimento che ci consente di riconoscere il bene dal male, il giusto dall’ingiusto, così come è presente un altro sentimento che è in grado di cogliere la bellezza, di discernere tra l’arte e la non arte, di riconoscere il valore estetico delle opere dell’ingegno e delle manifestazioni della natura. Guardavo la vetrina piena di scarpe dell’ultima collezione, tutte integralmente o parzialmente di vernice, sembravano le mitiche scarpe di coppale della prima comunione, una roba disgustosa. Riflettevo: se il mio imperativo categorico estetico sta avendo dei conati di vomito come mai vedo clienti soddisfatti e, guardando per la strada, vedo giovani ragazze e ragazzi che sorridono alla vita con i piedi verniciati tipo flatting da rimessaggio nautico? E’ evidente che il povero Immanuel non poteva prevedere il fenomeno della società dei consumi, della pubblicità, del condizionamento strisciante, del subdolo dominio delle menti. La società si è sviluppata in una direzione per la quale l’imperativo si è trasformato in rincoglionimento categorico. Il cucciolo dell’uomo sin dai primi mesi di vita viene sottoposto ad un accurato lavaggio del cervello fino a diventare, con gli anni, un autentico ebete ruspante pronto a consumare qualsiasi cosa e a desiderare tutto quello che gli viene pompato nel cervello. Assurge a bello qualsiasi cosa sia condivisa con gli altri, l’omologazione diventa eleganza. L’oggetto del piacere è sempre lo stesso, la differenza di classe sociale si manifesta attraverso i suoi cloni commerciali che hanno prezzi diversi: si parte dal top, l’originale e quindi il più costoso, per passare poi alle imitazioni fino a giungere al contraffatto, ovvero alla patacca più o meno verosimile. Il passo dall’omologazione del gusto all’omologazione del pensiero è breve. Poiché la merce non rappresenta solo se stessa ma anche un modo d’agire e di pensare (l’hamburger, ovvero il fast food, è un’ideologia) ne consegue che i grandi consumatori agiscono e pensano in modo molto simile, che hanno gli stessi valori di riferimento e che la loro etica sia ormai etica comune. E qui crolla il secondo imperativo categorico del povero Kant: quali sono i valori etici della società dei consumi? Ovviamente il denaro, l’unico mezzo che consente di consumare. E se il consumo è vita, il denaro è la linfa vitale, senza della quale c’è solo la morte civile. Si badi bene, qui non si parla di miseria (che pure affligge i tre quarti del pianeta), cioè di quella condizione che rende drammatica la sopravvivenza, bensì di quella capacità economica che consente di essere consumatori, di quella disponibilità di denaro che permette di soddisfare tutti i bisogni indotti: la moda, la comunicazione, i gadget elettronici, l’auto, la moto, le vacanze, la palestra, il solarium, i locali notturni, l’alcol e la droga. Chi deve fare a meno di tutto ciò è un morto civile, un paria. Il denaro è quindi la misura di tutte le cose, il bene supremo, la vera potenza. Un’etica basata sulla morale del denaro genera comportamenti e azioni che sono al di fuori del problema del bene e del male, poiché il male non è solo quello contemplato dalle leggi e l’onestà non è caratteristica dell’incensurato. Mi sono intristito davanti a quelle scarpe ignobili e ho diretto lo sguardo verso una boutique, i manichini vestivano dei giacconi sportivi con il cappuccio ornato da pellicce di cane e di gatto, una signora guardava i manichini con un certo interesse tenendo al guinzaglio un piccolo cane. Il cane ha guardato la vetrina poi ha girato la testa verso di me fissandomi con un’aria sollevata, sono sicuro che in quell’istante ha pensato: “Certo che ho avuto un bel culo!!”. “Un modo “canino” di esprimere un concetto filosofico sulla casualità”, avrebbe detto il prof. Kant.

mercoledì 14 gennaio 2009

OREGON-The silence of a candle

INFINITI SPAZI INTERIORI

MODERN JAZZ QUARTET - Round Midnight

L'ELEGANZA E' UNA FORMA DEL PENSIERO

lunedì 12 gennaio 2009

FABRI FIBRA - Idee Stupide

DELIRIO GIOVANILE : NO RETURN POINT

KEN RUSSELL - Stati di Allucinazione

NUOVE ESPERIENZE

PAURA E DELIRIO A LAS VEGAS

LE FRONTIERE DEL DELIRIO

WIM MERTENS - 4 mains

DELIRIO A DUE

sabato 10 gennaio 2009

LE RAGIONI DI ISRAELE


Lo scorso settembre 2005 Israele consegnava la striscia di Gaza allo stato di Palestina, a sancire la volontà di percorrere fino in fondo la strada della pacifica coabitazione. I palestinesi si sono riappropriati dei loro legittimi territori ma, contemporaneamente, è iniziata una feroce guerra interna fra Fatah, Hamas e Jihad per il controllo politico ed economico della striscia. E' chiaro a tutti che ha prevalso la componente integralista e terrorista di Hamas e Jihad, i quali una volta insediati hanno ripreso il lancio di missili Quassam contro Israele da una posizione molto più avanzata in grado di determinare effetti più devastanti e micidiali. Contemporaneamente gli integralisti Hezbollah, dal vicino Libano, lanciavano missili di fabbricazione iraniana dentro i confini nord di Israele. Nè l'ONU nè la diplomazia internazionale sono riusciti a fermare questo lungo stillicidio, sottovalutato anche dalla stampa e dalla tv più attente agli scenari di crisi del globo. L'offensiva israeliana per neutralizzare le basi terroristiche nella striscia di Gaza non giunge inaspettata, anzi, mai come stavolta era stata annunciata e preannunciata persino al governo egiziano, da tempo mediatore nel conflitto tra Israele e Palestina. Nel periodo natalizio è scattata l'operazione ed ora, dopo meno di un mese, si contano più di ottocento morti e chissà quanti feriti. Tutto ciò, ancora una volta, ha innescato l'esplosione di vecchie e nuove rabbie antisemite da parte di demagoghi di lungo corso e nuovi rivoluzionari imberbi che hanno rinunciato a pensare con la propria testa e si sono dedicati alla pratica di bruciare la stella di Davide. Non c'è molto da dire su questa tragica escalation: Israele, ancora una volta, si sta difendendo e, purtroppo, quando si usano le armi è impossibile pensare che la gente innocente non ne paghi le più atroci conseguenze. Quella di Israele è una guerra per la sopravvivenza, per il diritto a esistere. Israele continua ingiustamente a pagare per la barbarie antisemita, per l'integralismo più gretto, per il delirio di sopraffazione degli stati confinanti, distanti anni luce dall'esercizio della democrazia e del rispetto dei diritti umani. Chi ha il coraggio di sostenere che Egitto, Palestina, Giordania, Siria e Libano sono degli stati di diritto? E' più che evidente che dietro l'odio contro Israele c'è l'odio contro la democrazia, contro il progresso dei diritti umani, contro la società degli uomini liberi. In verità esiste una lobby di signori della guerra che fanno di tutto perchè la situazione rimanga sempre in questo stato: terroristi islamici, palestinesi arricchiti dal traffico clandestino di armi, dittatori di seconda e terza generazione il cui potere è basato sulle centrali terroristiche che ospitano e sovvenzionano. Chi vuole la pace in medio oriente? Il popolo di Israele e il popolo di Palestina. Gente normale, che vuole vivere e prosperare in pace senza dover pensare a folli kamikaze o missili assassini.
Israele ha il diritto di difendersi, non si tratta di scontri per rivendicazioni territoriali ma dell'esistenza di uno stato di diritto, anzi della sua sopravvivenza.
Ai vecchi e nuovi demagoghi, ai nostalgici del patto di Yalta, ai vetero stalinisti, ai sinceri imbecilli con la kefiah al collo che bruciano la bandiera d'Israele va il disprezzo più profondo e la pena per la quantità di cervelli di plastica in circolazione.

venerdì 9 gennaio 2009

PALI E DISPARI

ANNIVERSARI: 1999 - 2009
1 Gennaio 1999, entra in vigore l'Euro.

STANLEY KUBRICK - 2001 Odissea Nello Spazio

ANNIVERSARI : 1999 - 2009
MUORE STANLEY KUBRICK

FABRIZIO DE ANDRE' - Il Bombarolo

ANNIVERSARI: 1999 - 2009
MUORE FABRIZIO DE ANDRE'.

CUBA : Fusilamiento Real

ANNIVERSARI: 1959 - 2009
Fidel Castro abbatte la dittatura di Batista e il 16 Febbraio diventa dittatore di Cuba.

MANIFESTO FUTURISTA

ANNIVERSARI: 1909 - 2009
Il 20 Febbraio 1909 Filippo Tommaso Marinetti pubblica su "Le Figaro" il manifesto futurista.

martedì 6 gennaio 2009

domenica 4 gennaio 2009

venerdì 2 gennaio 2009

BERT JANSCH - Angie

RITRATTO MUSICALE.

giovedì 1 gennaio 2009

CAPAREZZA- Abiura di me

PASSARE AD UN LIVELLO SUCCESSIVO.

ZERO ASSOLUTO - Ultimo Capodanno

OGNI CAPODANNO E' L'ULTIMO

FRANCESCO ROSI - Cristo si e' fermato a Eboli

DOLORE MILLENARIO

FRANCESCO GUCCINI - Lettera

ASSISTERE ALLO SCORRERE DEL TEMPO.

LUIGI TENCO - Un Giorno Dopo L'Altro (1966)

NON FACCIAMOCI ILLUSIONI.