PAUSA TONIFICANTE E PROFUMATA
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" Il racconto intelligente della sconfitta è la sottile vittoria del vinto. " Nicolas Gomez Davila
Scrivere è una provocazione, una visione fortunatamente falsa della realtà che ci situa al di sopra di ciò che è e di ciò che sembra essere. Rivaleggiare con Dio e persino superarlo con la sola virtù del linguaggio, ecco l’impresa dello scrittore, esemplare ambiguo, lacerato e infatuato che, uscito dalla sua condizione naturale, si è abbandonato ad una vertigine superba, sempre sconcertante, talvolta odiosa. Niente di più miserevole della parola, eppure grazie ad essa ci si apre a sensazioni di felicità, a una dilatazione estrema in cui si è totalmente soli, senza il minimo senso di oppressione. Il supremo raggiunto con il vocabolo, con il simbolo stesso della fragilità. Curiosamente, lo si può raggiungere anche con l’ironia, purché questa, spingendo al limite la sua opera di demolizione, dispensi brividi di un dio alla rovescia. Le parole come agenti di un’estasi capovolta… Tutto ciò che è veramente intenso ha i caratteri del paradiso e dell’inferno, con questa differenza, che il primo possiamo solo intravederlo, mentre il secondo, abbiamo la ventura di percepirlo e, più ancora, di sentirlo. Esiste un vantaggio ancora più notevole, di cui lo scrittore ha il monopolio: quello di sbarazzarsi dei propri pericoli. Mi chiedo cosa sarei diventato senza la facoltà di riempire delle pagine. Scrivere significa disfarsi dei propri rimorsi e dei propri rancori, vomitare i propri segreti. Lo scrittore è uno squilibrato che si serve di quelle funzioni che sono le parole per guarirsi. Su quanti malesseri, su quanti accessi sinistri ho trionfato grazie a questi rimedi insostanziali!
4 commenti:
La musica di Bach da quando l'ascolto da diversi anni ha suscitato in me delle emozioni uniche nel campo musicale, le sue cantate hanno fatto il vuoto attorno a me. Tutta l'altra musica che amavo non riesce più a darmi emozioni. BACH tu sei per me il solo motivo della mia esistenza-
Caspita, una dichiarazione piuttosto impegnativa anche se comprensibile. Aggiungerei che accanto al divino Joann Sebastian ci stanno bene il magico folle edonismo di Mozart e la profonda lievità (mi si perdoni l'ossimoro) di Rossini. Per quel che riguarda la mia esistenza, devo molto anche all'Aglianico del Vulture e a Miles Davis. Ringraziandoti per il bel commento, ti saluto cordialmente.
Alla prossima.
Saverio, tu mi piaci, non fraintendermi, il tuo modo di pensare mi piace, la tua schiettezza mi piace perchè hai l'ardire di dire pane al pane, vino al vino. Avrei voluto dire io, con qualche variante (nero d'avola per esempio) le medesime cosè. Sapere che altri condividono il mondo di BACH mi mette addosso una grande gioia.Piero
Caro Piero,
ti ringrazio molto per le belle parole. E'una grande soddisfazione sapere di avere lettori del tuo livello culturale e della tua profondità emozionale. Non avere dubbi, per il futuro, a commentare e a comunicare il tuo punto di vista ed eventuali consigli. Grazie ancora, a presto.
Sincerely, your mad-for-Bach friend....
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