martedì 19 gennaio 2010

sabato 2 gennaio 2010

IL PASSATO DEL TEMPO FUTURO


Ancora diciottenne spesso mi ritrovavo a fantasticare sull'anno 2000, sul nuovo secolo, su me stesso che nel 2000 sarebbe stato un uomo di quarantatre anni. Ora, all'inizio del 2010, mi ritrovo a pensarmi diciottenne che pensa al futuro...Una cosa quantomeno bizzarra e, se vogliamo, anche un tantinello melanconica. In quel periodo ho fatto mille congetture, ho analizzato centinaia di possibilità, ma non quella che poi si è realizzata. Questo significa che la mia vita non si è svolta secondo un piano o almeno un progetto preciso e prefissato; direi piuttosto che la mia vita sia il risultato di una sorta di continua guerra tra me e la società degli uomini, guerra in cui ho cercato disperatamente di proteggere me stesso, la mia identità, la mia diversità, la mia libertà di rifiutare modelli, comportamenti e stili di vita dominanti.
Quel che mi è rimasto non è gran cosa: autonomia di giudizio e una discreta capacità di raccontare, di descrivere e di spiegare. L'unica conseguenza positiva di tutto ciò è che ho ancora la sensazione della vita che scorre e che conservo una forte curiosità per tutto ciò che mi circonda. Non è molto, ma è sufficiente a mantenere un certo equilibrio e un solido ottimistico pessimismo. Sarei disposto a tornare indietro nel tempo per evitare i tanti errori commessi nel passato? No grazie. Il caso mi ha concesso una seconda vita che intendo percorrere fino in fondo,
ogni tanto guardare all'indietro fa bene, ma tutte le energie devono essere impegnate per il futuro: le orme impresse sulla sabbia sono destinate a sparire in poco tempo e quel che più conta sono i passi che devono ancora essere fatti. Il tempo non è più un alleato e questa è l'unica cosa che non deve essere mai sottovalutata. Festina Lente dicevano i Latini, affrettati con lentezza: considera il tempo che fugge ma non perdere la calma della riflessione e del giudizio.
Pensa al futuro usando l'esperienza del passato.