“Otello” è una tragedia sul tradimento. Shakespeare vuole dimostrare che la vita è costellata di episodi in cui il tradimento è il vero e unico protagonista, in cui il tradire è conseguenza dell’essere traditi, in cui la rottura della fiducia e del rispetto è molto più frequente di quanto non si possa credere, in cui la percezione di aver subito un’offesa è sufficiente a innescare una tremenda vendetta, in cui anche il tradimento inconsapevole produce conseguenze terribili.
Iago si sente profondamente tradito da Otello, il quale gli ha preferito Cassio nella nomina di luogotenente. Iago fa combutta con Roderigo per confezionare la sua vendetta e tradisce la sua amicizia per spillargli quattrini e usarlo per i suoi piani. Otello si innamora di Desdemona e tradisce la fiducia del di lei padre, che gli aveva aperto le porte della sua casa, portandogli via la figlia. Desdemona, innamorata di Otello, tradisce l’autorità paterna per fuggire con Otello. Otello e Desdemona tradiscono le leggi e le consuetudini dello stato fuggendo insieme, non solo, essi tradiscono soprattutto il tabù della razza. Il Doge tradisce l’applicazione della legge perché non può fare a meno dei servigi del Moro. Iago tradisce l’amicizia di Cassio per spingerlo a muoversi secondo i suoi piani. Iago tradisce il Moro portandolo al convincimento di una squallida tresca tra Cassio e Desdemona. Otello tradisce, perché si sente tradito, la devozione di Cassio e l’amore di Desdemona. Otello tradisce l’obbligo alla prudenza e al buon senso lasciandosi travolgere dal cieco furore della gelosia. Otello tradisce la legge degli uomini e la legge di Dio facendosi giustizia da sé. Otello tradisce se stesso uccidendosi.
Shakespeare disegna un percorso labirintico fatto di menzogne e di furore in cui la verità e la fiducia si perdono definitivamente. L’ambizione e l’amore diventano due sentimenti perniciosi, capaci di trasformare l’essere umano in un mostro. Da questo punto di vista la figura di Iago assume l’aspetto di colui che, inconsciamente, riporta ordine in una vicenda che aveva infranto ogni regola del vivere civile. Così come Otello rappresenta la tragica contraddizione dell’uomo d’armi, ovvero uomo d’ordine, incapace di controllare il violento conflitto interiore che minaccia quei principi e quelle convinzioni che erano alla base della sua vita. Per Shakespeare il tradimento non è un fatto, è piuttosto la percezione di un fatto, è la delusione di un’aspettativa, la frantumazione di un sogno, la rivelazione di un aspetto sconosciuto dell’essere e della prassi. Ma tutto ciò, che nasce nella mente e nel cuore dell’individuo, produce poi qualcosa di concreto, di tangibile, di qualcosa che segnerà il destino di altre persone. Così i fantasmi di un uomo irrompono nella realtà di altri uomini seminando morte e distruzione, come un esercito di sanguinari.
Rappresentare “Otello” senza questo tipo di premessa, senza questa dimensione critica, diventa puerile e soprattutto noioso. Purtroppo a volte accade. E’ accaduto ieri sera a Bari, al Teatro Piccinni, per la regia di Arturo Cirillo. Un allestimento tedioso, con uno Iago verbosamente immobile che pretendeva di intortare un Otello improbabile, gracile, psicolabile.
Perché tutto ciò?
Iago si sente profondamente tradito da Otello, il quale gli ha preferito Cassio nella nomina di luogotenente. Iago fa combutta con Roderigo per confezionare la sua vendetta e tradisce la sua amicizia per spillargli quattrini e usarlo per i suoi piani. Otello si innamora di Desdemona e tradisce la fiducia del di lei padre, che gli aveva aperto le porte della sua casa, portandogli via la figlia. Desdemona, innamorata di Otello, tradisce l’autorità paterna per fuggire con Otello. Otello e Desdemona tradiscono le leggi e le consuetudini dello stato fuggendo insieme, non solo, essi tradiscono soprattutto il tabù della razza. Il Doge tradisce l’applicazione della legge perché non può fare a meno dei servigi del Moro. Iago tradisce l’amicizia di Cassio per spingerlo a muoversi secondo i suoi piani. Iago tradisce il Moro portandolo al convincimento di una squallida tresca tra Cassio e Desdemona. Otello tradisce, perché si sente tradito, la devozione di Cassio e l’amore di Desdemona. Otello tradisce l’obbligo alla prudenza e al buon senso lasciandosi travolgere dal cieco furore della gelosia. Otello tradisce la legge degli uomini e la legge di Dio facendosi giustizia da sé. Otello tradisce se stesso uccidendosi.
Shakespeare disegna un percorso labirintico fatto di menzogne e di furore in cui la verità e la fiducia si perdono definitivamente. L’ambizione e l’amore diventano due sentimenti perniciosi, capaci di trasformare l’essere umano in un mostro. Da questo punto di vista la figura di Iago assume l’aspetto di colui che, inconsciamente, riporta ordine in una vicenda che aveva infranto ogni regola del vivere civile. Così come Otello rappresenta la tragica contraddizione dell’uomo d’armi, ovvero uomo d’ordine, incapace di controllare il violento conflitto interiore che minaccia quei principi e quelle convinzioni che erano alla base della sua vita. Per Shakespeare il tradimento non è un fatto, è piuttosto la percezione di un fatto, è la delusione di un’aspettativa, la frantumazione di un sogno, la rivelazione di un aspetto sconosciuto dell’essere e della prassi. Ma tutto ciò, che nasce nella mente e nel cuore dell’individuo, produce poi qualcosa di concreto, di tangibile, di qualcosa che segnerà il destino di altre persone. Così i fantasmi di un uomo irrompono nella realtà di altri uomini seminando morte e distruzione, come un esercito di sanguinari.
Rappresentare “Otello” senza questo tipo di premessa, senza questa dimensione critica, diventa puerile e soprattutto noioso. Purtroppo a volte accade. E’ accaduto ieri sera a Bari, al Teatro Piccinni, per la regia di Arturo Cirillo. Un allestimento tedioso, con uno Iago verbosamente immobile che pretendeva di intortare un Otello improbabile, gracile, psicolabile.
Perché tutto ciò?
4 commenti:
Non ho assistito alla rappresentazione, ma mi fido del tuo giudizio.
Sottoscrivo in pieno questo passaggio:" Per Shakespeare il tradimento non è un fatto, è piuttosto la percezione di un fatto, è la delusione di un’aspettativa, la frantumazione di un sogno, la rivelazione di un aspetto sconosciuto dell’essere e della prassi".
Notte, Sav.
Grazie della fiducia.
ciao,
ho letto con piacere la tua analisi su Otello.
ho visto anche io lo spettacolo di Cirillo... purtroppo non assisto a molte rappresentazioni e questo inficia la mia capacità di giudizio che si rivela spesso benevolo.
non avendo occasione di confrontarmi con esperti su queste argomenti, mi piacerebbe (se hai tempo) sapere qualcosa di più riguardo a ciò che non ti ha convinto dell'allestimento così da poter sviluppare (per il futuro) un atteggiamento più attento nei confronti di quello che vedo.
puoi scrivermi alla email di google (se riesci a vederla)
:-)
Purtroppo non trovo il tuo recapito, quindi dovrai essere tu a darmelo. Puoi lasciarlo qui o se preferisci puoi trovarmi su facebook. Mi fa sempre molto piacere poter discorrere di teatro.
Grazie, spero di sentirti presto.
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