mercoledì 28 marzo 2007

MORTE DI UN FRIGORIFERO


Il frigorifero non è un elettrodomestico qualsiasi. Esso ricopre molteplici ruoli nella nostra vita: da quello di dispensa tecnologica a quello di consolatore, da segnalatore della nostra condizione economica a muto ascoltatore dei nostri incubi notturni. In tutte le abitazioni, a tutte le latitudini, due sono gli oggetti-simbolo che rappresentano nel nostro immaginario la sicurezza della casa, il riparo della tana, il luogo del buon ritiro e della gioia privata: il letto e il frigorifero. Persino quando si prende una camera in hotel, solitamente siamo portati a verificare subito la bontà del letto e il contenuto del piccolo frigobar (dal quale probabilmente non prederemo nulla a causa dei prezzi da usura che praticano gli alberghi). Il frigorifero è un gigante buono dispensatore di bontà, non dice mai no, la sua porta è sempre pronta ad aprirsi al nostro desiderio più recondito e alla nostra golosità più vana. Per questo quando un frigorifero muore è una tragedia. Perché al dolore immenso per la scomparsa di un sì fedele e discreto compagno di allegri convivi e di deliranti ingozzamenti, si accompagna, istantaneo, il problema di gestire le immediate conseguenze della sua rapida decomposizione. Mettere in salvo i surgelati, consumare in fretta i diversi cibi che custodiva: mezze scamorze, vasetti di yogurth, burro, latte fresco, minestrone avanzato, verdure fresche assortite e soprattutto quella maledetta fetta di gorgonzola acquistata il giorno prima. Il modo più rapido e radicale è quello di organizzare una donazione alimentare a favore di amici e vicini di casa; naturalmente questo è valido solo per cose tipo surgelati, frutta e verdura e tutto quanto non sia stato mai usato. Per gli alimenti avanzati è prassi organizzare piccolo rinfresco “funerario-commemorativo” riservato ai pochi intimi che vorranno darvi una mano. Dopo aver risolto questi problemi si passa agli obblighi “pietosi” della preparazione della salma per l’ultimo viaggio: asciugatura del ghiaccio disciolto e pulizia accurata sia interna che esterna, rimozione (operazione toccante) di adesivi e oggetti calamitati che ricoprivano la porta rendendolo unico e inimitabile. Il vostro fedele amico non c’è più, vi ha lasciati all’improvviso, un colpo apoplettico lo ha stroncato dopo tanti anni di felice convivenza. Col cuore stretto e una discreta dose di rabbia, per dover far fronte ad una spesa non preventivata, vi accingete a cercare un degno sostituto. Quello spazio vuoto in cucina è causa di ansia indicibile nonché di piccoli bruciori allo stomaco per due giorni di alimentazione forzata a base di pizza, panzarotti fritti e orrendi panini trasudanti trigliceridi, per non parlare della birra a temperatura ambiente.
Quando si è costretti ad acquistare un frigorifero in tutta fretta non si deve commettere l’errore di scegliere prima la marca e il modello: quello che cercate non lo troverete mai. Altro errore da evitare è quello di girare per negozi ed ipermercati confrontando prezzi e caratteristiche: si entra in un tunnel lungo e buio in cui regna la totale indecisione. Né risulta utile il consiglio di amici e parenti, scoprirete presto che lo stesso modello di frigorifero è durato più di vent’anni a casa di vostro cugino ma meno di venti mesi in quella del vostro miglior amico. L’unica strada da percorrere è quella di scegliere un negozio molto fornito e decidere fra i frigoriferi presenti: seguite il vostro istinto, la simpatia e il feeling sono gli unici criteri validi (anche il prezzo, ovviamente). Ricordate che non state acquistando un oggetto, state scegliendo un nuovo amico al quale affidare il vostro cibo, la vostra fiducia, la vostra intimità più sacra ed inviolabile. Esso sarà custode irreprensibile della salubrità dei vostri pasti e generoso dispensatore di piccole grandi gioie quotidiane. E se dovesse accadere (ahimè succede) che per i casi della vita lo lascerete vuoto per troppo tempo, non disperate: confezionerà per voi dei gustosissimi cubetti di ghiaccio che trasformeranno, con un po’ di fantasia, un bicchier d’acqua in vodka on the rocks.


1 commento:

ap ha detto...

Le tue riflessioni apparentamente scontate e insignificanti legati alla vita di tutti i giorni mi danno modo di soffermarmi e riflettendo su di essi rivivo momenti unici oramai gelosamente accantonate chissa in quali meandri del sub-incoscio più nascosti. Grazie molte. Piero