FLATUS VOCIS 6
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" Il racconto intelligente della sconfitta è la sottile vittoria del vinto. " Nicolas Gomez Davila
Scrivere è una provocazione, una visione fortunatamente falsa della realtà che ci situa al di sopra di ciò che è e di ciò che sembra essere. Rivaleggiare con Dio e persino superarlo con la sola virtù del linguaggio, ecco l’impresa dello scrittore, esemplare ambiguo, lacerato e infatuato che, uscito dalla sua condizione naturale, si è abbandonato ad una vertigine superba, sempre sconcertante, talvolta odiosa. Niente di più miserevole della parola, eppure grazie ad essa ci si apre a sensazioni di felicità, a una dilatazione estrema in cui si è totalmente soli, senza il minimo senso di oppressione. Il supremo raggiunto con il vocabolo, con il simbolo stesso della fragilità. Curiosamente, lo si può raggiungere anche con l’ironia, purché questa, spingendo al limite la sua opera di demolizione, dispensi brividi di un dio alla rovescia. Le parole come agenti di un’estasi capovolta… Tutto ciò che è veramente intenso ha i caratteri del paradiso e dell’inferno, con questa differenza, che il primo possiamo solo intravederlo, mentre il secondo, abbiamo la ventura di percepirlo e, più ancora, di sentirlo. Esiste un vantaggio ancora più notevole, di cui lo scrittore ha il monopolio: quello di sbarazzarsi dei propri pericoli. Mi chiedo cosa sarei diventato senza la facoltà di riempire delle pagine. Scrivere significa disfarsi dei propri rimorsi e dei propri rancori, vomitare i propri segreti. Lo scrittore è uno squilibrato che si serve di quelle funzioni che sono le parole per guarirsi. Su quanti malesseri, su quanti accessi sinistri ho trionfato grazie a questi rimedi insostanziali!
4 commenti:
"Lascia ch'Io pianga" è uno dei più belli e appaganti melodie che l'orecchio umano abbia mai percepito. In questo assolo Handel ci fa dono di emozioni nuove che attraverso il canto ci allieta lo spirito. La sua bellezza vocale risveglia in noi stupore. Grazie, Saverio.
Caro Piero, sono assolutamente d'accordo con te. Quest'aria di Handel è un vero monumento musicale capace di commuovermi ogni volta che l'ascolto. E penso che non sia molto lontana dal vero la leggenda secondo la quale ogni volta che il grande Farinelli la cantava spettatori e spettatrici venivano risucchiati in un vortice emotivo talmente forte da provocare svenimenti, pianto, fino al delirio isterico. Eppure, ahimè, questo è un repertorio ancora troppo poco conosciuto se lo confrontiamo con l'opera ottocentesca.
Grazie, a presto.
"Lascia ch'io pianga mia cruda sorte".
Non ho capito le altre parole.
"Lascia ch'io pianga mia cruda sorte/e che sospiri la libertà/il duolo infranga queste ritorte/dei miei martiri sol per pietà."
Rinaldo (1711) è la prima opera di Handel scritta in italiano per i teatri londinesi su libretto di G.Rossi, liberamente ispirato alla Gerusalemme Liberata di T.Tasso.
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