mercoledì 20 giugno 2007

CANTO NOTTURNO DI UN ENTOMOLOGO

Capaci di vivere.
Malgrado la vita.
E’ un’arte difficile,
una disciplina complessa.
Apprendisti fino all’ultimo giorno,
ne cogliamo il senso profondo
poco prima di cessare.
Allora le lacrime e il riso saranno svelati,
lo stupore e l’amore saranno compresi,
l’ardore dei sensi avrà una risposta.
Ricordi entusiastici, racconti fantastici,
ombre opprimenti, pesanti, dolenti.
Tutto avrà un senso evidente.
Sembrerà strano non averci pensato,
sarà impossibile gridarlo alla terra,
che il nostro senso sarà nostro soltanto
e il nostro tempo è ormai passato.
Questa è un’arte che non si tramanda,
sono idee impastate da liquidi umani,
fantasmi viventi nell’anima fonda.
Viviamo la vita per quell’istante,
come falena un attimo prima
di volare nell’aria rovente
sopra la fiamma notturna.


2 commenti:

Anonimo ha detto...

E' come guardare l'ultima vetta,
volgendo lo sguardo verso il cielo, pieghi le ginocchia, incroci le mani e cominci la preghiera della vita.
In quel momento tutto ti sarà più comprensibile, hai avuto maestri di vita eppure
quel senso profondo è sempre sfuggito perchè solo noi e solo in noi risiede la capacità di farlo emergere.
Buonanotte. Maria.

Dyo ha detto...

Quella, della vita, sarà l'ultima beffa. Ci penso spesso, sai?
Complimenti, anche perchè la tua poesia ha una forma simmetrica, sia a destra che a sinistra. Sembra quasi un'anfora (senza manici).
Un bacio
Buona notte.