UBI MAIOR MINOR CESSAT
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" Il racconto intelligente della sconfitta è la sottile vittoria del vinto. " Nicolas Gomez Davila
Scrivere è una provocazione, una visione fortunatamente falsa della realtà che ci situa al di sopra di ciò che è e di ciò che sembra essere. Rivaleggiare con Dio e persino superarlo con la sola virtù del linguaggio, ecco l’impresa dello scrittore, esemplare ambiguo, lacerato e infatuato che, uscito dalla sua condizione naturale, si è abbandonato ad una vertigine superba, sempre sconcertante, talvolta odiosa. Niente di più miserevole della parola, eppure grazie ad essa ci si apre a sensazioni di felicità, a una dilatazione estrema in cui si è totalmente soli, senza il minimo senso di oppressione. Il supremo raggiunto con il vocabolo, con il simbolo stesso della fragilità. Curiosamente, lo si può raggiungere anche con l’ironia, purché questa, spingendo al limite la sua opera di demolizione, dispensi brividi di un dio alla rovescia. Le parole come agenti di un’estasi capovolta… Tutto ciò che è veramente intenso ha i caratteri del paradiso e dell’inferno, con questa differenza, che il primo possiamo solo intravederlo, mentre il secondo, abbiamo la ventura di percepirlo e, più ancora, di sentirlo. Esiste un vantaggio ancora più notevole, di cui lo scrittore ha il monopolio: quello di sbarazzarsi dei propri pericoli. Mi chiedo cosa sarei diventato senza la facoltà di riempire delle pagine. Scrivere significa disfarsi dei propri rimorsi e dei propri rancori, vomitare i propri segreti. Lo scrittore è uno squilibrato che si serve di quelle funzioni che sono le parole per guarirsi. Su quanti malesseri, su quanti accessi sinistri ho trionfato grazie a questi rimedi insostanziali!
5 commenti:
Bhè... e cosa c'entra sto culone con una frase molto saggia che io uso sempre in ambito di lavoro.
Quando il Capo rompe uso dirla e Lei mi risponde acida :"Sono io il Dirigente" , io rispondo :" grazie al p.... prendi il doppio del mio stipendio"!
E' un invito alla riflessione sulla differenza fra "grande pensiero" e "pensiero grande". Forse oggi si è persa la differenza fra i due significati.
Credo che l'equazione che fai tra capo e gratifica sia da invertire: non si è dirigente perchè si percepisce un lauto stipendio, bensì si percepisce un lauto stipendio perchè si è dirigente.
Grazie, a presto.
oh bella! ha lo slip rosa fuxia!
Che tafanario monumentale!
In effetti il pensiero più ricorrente è: chissà cosa contiene?
A presto
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