Le piccole cose hanno a che fare con la nostra quotidianità, riguardano oggetti, persone, atti ed eventi che normalmente scandiscono la nostra vita con una certa regolarità. Spesso accade che il ritmo che imprimiamo alle nostre ore o le priorità che scegliamo nei nostri atti quotidiani non ci consentono di considerare nel giusto modo tutto quello che facciamo e tutte le cose che ci capita di incrociare con lo sguardo e con i gesti. Viviamo immersi nei nostri pensieri, ci concentriamo sulle nostre preoccupazioni e solo quando la straordinarietà attraversa il nostro cammino distogliamo lo sguardo da noi stessi per capire ed interpretare la novità o l’eccezionalità. Da un certo punto di vista è normale che ciò avvenga, il nostro cervello non può perdere tempo ed energie a reinterpretare ogni giorno una realtà molto simile a quella del giorno prima; da un altro punto di vista questo comportamento ci preclude la possibilità di avvertire ed analizzare le piccole, ma concrete, differenze fra cose simili e ripetitive. Eppure le piccole cose sono quelle che sostanziano la nostra vita, la rendono unica, diversa da quella degli altri. Prendiamo come esempio il caffè o il cappuccino che siamo soliti sorbire allo stesso bar alla stessa ora: le solite frasi, la solita ordinazione, ma la bevanda non può essere la stessa poiché ci sono delle variabili indipendenti da noi e dal barista che influiscono sul suo gusto (la temperatura, micro variazioni nella dose e nella pressione del caffè macinato, piccolissime differenze nella concentrazione di cloro nell’acqua, ecc.). E infatti se ci concentriamo sul gusto saremo in grado di apprezzare le pur piccole differenze da un giorno all’altro. Se un giorno capita di sorbire una bevanda particolarmente buona e, contemporaneamente, di incontrare un conoscente o un amico particolarmente simpatico accade che quella piccola pausa ristoratrice si trasforma in una grande carica di buon umore che potrebbe influenzare positivamente tutto il resto della giornata. Naturalmente può accadere l’esatto contrario, un piccolo evento capace di rovinare tutto e spingere a progetti di strage familiare. Esempio, da due giorni avete un pensiero stupendo che è fonte di buon umore e sensuale pregustare: in un angolo del frigorifero giace, come una preziosissima reliquia, una porzione abbondante di trippa alla romana preparata con tutti i crismi da zia Brigida (che Dio la guardi), sacerdotessa ottuagenaria delle pietanze in via di estinzione; avete progettato il giorno, la circostanza (a causa di eventuali turbe da lenta digestione), il contorno (cavolfiori lessati con olio e aceto) e persino il vino adatto (Lambrusco di Salamina di Santa Croce secco). In casa non ci sarà nessuno, avete finanziato il resto della famiglia per una gita all’outlet inaugurato da poco nei dintorni. Le mura domestiche rimbombano i vostri passi come in una cattedrale romanica, il momento è grave, denso di religioso significato, l’agognata liturgia sta per iniziare, l’altare è apparecchiato, il vino appena stappato emette segnali di eccitazione con migliaia di bollicine che affiorano alla superficie…il forno è caldo, non resta che riportare la trippa alla temperatura ideale. Aprite il frigorifero con la stessa ieratica postura del sacerdote che apre il tabernacolo…Sacrilegio!! La divina preparazione non c’è più!! In bella vista un biglietto: “caro micione, per ringraziarti della bella gita ti ho comprato una vera specialità, Quattro Salti in Padella di Linguine allo Scoglio, buon appetito e..pensami.
La tua miciona.
P.S. Ho provveduto io alla pappa di Oscar, quella carnaccia di tua zia gli è molto piaciuta.”
Inebetito, incredulo, col cuore spezzato e il fegato di un’oca all’ingrasso, vi scolate la bottiglia in silenzio, il pensiero va alle amorevoli mani di zia Brigida, un senso di vuoto vi pervade, tutto tace tranne Oscar, sdraiato sulla sua cuccia rutta come un tirolese all’Oktoberfest.
La tua miciona.
P.S. Ho provveduto io alla pappa di Oscar, quella carnaccia di tua zia gli è molto piaciuta.”
Inebetito, incredulo, col cuore spezzato e il fegato di un’oca all’ingrasso, vi scolate la bottiglia in silenzio, il pensiero va alle amorevoli mani di zia Brigida, un senso di vuoto vi pervade, tutto tace tranne Oscar, sdraiato sulla sua cuccia rutta come un tirolese all’Oktoberfest.
1 commento:
Tralasciando il fatto che non mangerei la trippa nemmeno sotto minaccia, capisco bene come un evento apparentemente insignificante possa turbare seriamente le giornate. E' più o meno come quando hai programmato di vedere, in tv, il tuo programma preferito, e proprio allora ti piombano in casa ospiti che non vedevi da almeno un decennio, per cui non hai nemmeno il tempo per organizzare una videoregistrazione di fortuna.
Più o meno, eh?
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