Le verdi bacche crepitano nell’oscura padella,
pare il frinire di cicale che segnano il tempo
di un’estate calda di forti colori, d’intensi sapori,
di gesti sensuali, di pelle imperlata di profumato sudore.
Donne discinte trasformano in cibo l’amore.
I capelli raccolti svelano nuche eccitanti,
suono di caviglie veloci inchiodate nella memoria.
Odori acuti, passioni violente, sete implacabile,
arsure e ardori sospesi nella gialla afa del meriggio.
Le turgide bacche tramutate in morbidi bocconi
cosparsi di sale. L’amplesso con l’olio bollente
trasfigura l’eccitazione in tenera promessa
d’estatica voluttà.
pare il frinire di cicale che segnano il tempo
di un’estate calda di forti colori, d’intensi sapori,
di gesti sensuali, di pelle imperlata di profumato sudore.
Donne discinte trasformano in cibo l’amore.
I capelli raccolti svelano nuche eccitanti,
suono di caviglie veloci inchiodate nella memoria.
Odori acuti, passioni violente, sete implacabile,
arsure e ardori sospesi nella gialla afa del meriggio.
Le turgide bacche tramutate in morbidi bocconi
cosparsi di sale. L’amplesso con l’olio bollente
trasfigura l’eccitazione in tenera promessa
d’estatica voluttà.
2 commenti:
Non è importante il commento, mi sono gustata la tua poesia come una fiaba. Grazie
Complimenti, per saper tradurre il cibo in poesia.
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