venerdì 27 aprile 2007

FORTUNATAMENTE DI MAMME CE N'E' UNA SOLA





Sapete qual è il vero, autentico, granitico tabù nazionale?: la mamma. Nessuno può e deve parlarne male, nessuno può e deve minacciare il senso e il futuro di questo vero e proprio culto. E’ una sorta di autentica religione laica che mette d’accordo tutti: donne e uomini, sostenitori della sacralità della famiglia, laici, atei, omosessuali ed eterosessuali, gente perbene e delinquenti, vecchi e giovani, conformisti ed anticonformisti. L’amore materno è il paradigma di tutti gli amori, persino di quello divino. Per cui al padre insufficiente o addirittura assente si può anche perdonare, alla madre no. Il sacrificio di Isacco sarebbe stato tollerabile e compreso, no di certo se al posto di Abramo ci fosse stata la madre di Isacco, Sara.
Naturalmente questo aspetto è comprensibile, quei nove mesi in cui una nuova vita si è preparata a nascere, non sono trascorsi senza lasciare tracce profondissime. Ma il dubbio è un altro: fino a che punto l’essere “mamma” non cessa di essere un ruolo naturale e positivo, per diventare una minaccia ed ostacolo alla maturazione del nuovo individuo? Si suole dire “la mamma è sempre la mamma”, alludendo al fatto che questo status non cessa mai di esistere come una sorta di investitura divina, di potere morale di origine trascendentale.
La mamma italica è buona e generosa, il suo cibo è il migliore di tutti, la sua casa è sempre accogliente, la sua comprensione è totale, ed è l’unica a capire veramente le sfortune amorose dei propri figli. La mamma è la quintessenza della famiglia. La mamma è il motore dell’educazione e della maturazione. La mamma può anche sbagliare, ma non si discute, mai.
Io ne ho fin sopra i capelli di questo imperante sentimentalismo mammone e mammista. Chi sono queste mamme che aggrediscono gli insegnanti, sostenendo che i propri pargoli sono dei geni incompresi? Chi sono queste mamme che stanno attente a non far rumore per non svegliare il “piccolo” venticinquenne rincasato alle sei del mattino ciucco fradicio e fumato a ripetizione? Chi sono queste mamme che accolgono a braccia aperte la progenie in esilio, colpevole solo di qualche scopatina extraconiugale? Chi sono queste mamme che educano all’irresponsabilità, facendosi eroicamente carico di tutte le incombenze e i problemi familiari? Chi sono queste mamme che insegnano solo il proprio culto, perché nella vita non ci si deve fidare di nessuno? Chi sono quelle mamme disposte a tutto pur di non litigare con i figli?
Ebbene, tutte queste mamme sono la maggioranza, e sono quanto di peggio possa accadere per il progresso dell’umanità. Questo tipo di amore materno è peggio della peste bubbonica, è la causa di un’epidemia silente che produce immaturi arroganti i quali, a loro volta, diverranno genitori degni di essere rinchiusi in un manicomio criminale. Per favore, non si tiri in ballo la faccenda che esser genitori è la cosa più difficile del mondo: è molto più difficile essere figli. Dover subire decisioni che sembrano quasi sempre ingiuste e non sentirsi compresi non è un gran bel vivere.
Un’altra cosa è estremamente fastidiosa: la figura retorica della madre “eroina”, della “santa donna” che si farebbe uccidere per i figli. Francamente questa “madre coraggio” ci ha rotto le scatole, viene dipinta come l’ultimo baluardo a difesa della istituzione famigliare, basta che abbia procreato e immediatamente anche la donna più mentecatta del pianeta diventa un’intoccabile. E’ vergognoso.

“Io sono una di quelle donne che hanno avuto la fortuna di arrivare alla maternità con una certa esperienza.
Possedevo da tre anni uno Yorkshire Terrier.
A dieci mesi i miei figli erano capaci di accucciarsi al piede. A un anno sapevano afferrare un frisbee a mezz’aria con i denti. A quindici mesi, dopo aver passato settimane a strofinargli il naso nei loro bisogni e a cacciarli fuori, erano addestrati a non sporcare per terra.”
Erma Bombeck




2 commenti:

Dyo ha detto...

Grazie al cielo non sono una mamma così. Magari ho mille altri difetti, ma in questa descrizione aberrante non mi ci riconosco. Per mia fortuna e per quella di mio figlio, soprattutto.
Però, caspita, se hai ragione...
Dice un detto locale" Chi ti dice che ti vuol bene più della mamma sicuramente ti inganna".

l'invisibilenelvisibile ha detto...

Conosco poesie, racconti, narrativa di autori che della mamma ne hanno fatto sempre non un idolo ma il soggetto principale della loro vita, dinanzi a Lei ogni figlio si inchina per il semplice fatto di aver dato la vita.
E’ vero che accade quello che brillantemente hai scritto, ma fanno parte dell’esperienza di pochi.
E gli uomini immaturi arroganti sicuramente non saranno coloro che hanno ricevuto amore e perdono dalla propria madre, ma sappiamo bene che a formare le coscienze dell'individuo in male non è il sentimento dell'amore ma altre forme di disagio che non sto quì ad elencare.