sabato 14 aprile 2007

LA STIRPE DI CAINO



Avete mai sentito una donna, che non fosse in camicia di forza o con la canna di una pistola alla tempia, parlar bene del genere maschile? Naturalmente speculare, è il comportamento degli uomini nei confronti del genere femminile. Avete mai riflettuto sul fatto che i due sessi impiegano buona parte della loro esistenza a discutere, a litigare e a farsi del male? Vi è successo qualche volta di pensare che questo atavico, stupido antagonismo non avrà mai fine? Naturalmente queste riflessioni non investono la dimensione del diritto, ovvero dell’uguaglianza dei due sessi non solo di fronte alla legge ma anche di fronte alla società e alla sua mutevole morale. Il problema non può essere in modo riduttivo condotto nell’alveo, pur sacrosanto, dei diritti e dei doveri, della discriminazione sessuale e del maschilismo più o meno strisciante. I due generi non sono antagonisti per questo, anzi, oserei dire che la discriminazione esiste proprio perché conseguenza di una guerra mai dichiarata che perdura dagli albori della civiltà. L’uomo e la donna hanno una visione del mondo e dei rapporti umani assolutamente opposta. E’ un’opposizione talmente totale che molto raramente può diventare complementare ai fini della costruzione di un rapporto di vita comune, molto più frequentemente accade che per scopi riproduttivi e di generica mutua assistenza, fra l’uomo e la donna si stringa un patto di alleanza, un impegno di reciproca sopportazione e una promessa (raramente mantenuta) di non belligeranza. Madre Natura, che quando fa le cose non sbaglia mai (tranne quello stupido incidente della creazione delle zanzare), per ovvi motivi di sopravvivenza della specie ha dotato il genere femminile (non solo negli umani, ma in tutte le specie che si riproducono sessualmente) di un bagaglio biologico e genetico infinitamente più ricco e potente di quello del genere maschile. Tanto per fare degli esempi basti pensare a cose come la longevità, la fine acutezza psicologica, l’istinto materno, la grande determinazione. Il maschio è più forte fisicamente e viene dotato di una carica di generica ottusa aggressività da impiegare per difendere, per conquistare e per cacciare, ed è singolare, quando non grottesco, che egli impieghi queste doti indifferentemente se deve difendersi da un’aggressione, se deve giocare a calcetto, se deve cacciare per sfamarsi o se deve fare la fila al supermercato. E qui arriviamo al fondo della questione, scoprendo che alla base dei rapporti fra uomo e donna c’è una naturale, biologica, incompatibilità che viene di molto aggravata ed esasperata dalla componente culturale, dall’unica cosa che rende l’umano diverso dagli altri viventi: il linguaggio, la comunicazione concettuale, il poter parlare di se stessi, il poter esprimere idee e sentimenti. Il linguaggio trasforma questa sostanziale incomunicabilità in una continua, ridondante comunicazione di impossibile reciproca comprensione: non facciamo altro che dirci che non ci capiamo e non ci capiremo mai, ci comunichiamo all’infinito l’impossibilità di comunicare. Per questo l’amore è e resterà sempre un mistero, è impossibile spiegarsi il perché di una tale irresistibile attrazione fisica e mentale che riesce a superare (anche se solo per un tempo limitato) questo muro di granito che divide i due sessi.
L’amore fa credere che l’altro sia indispensabile (difetti compresi), che l’altro sia fonte inesauribile di gioia e sicurezza, che la vita sia una cosa meravigliosa. Perché? Forse il motivo consiste nel fatto che se non ci fosse una spinta così forte sarebbe molto difficile decidere di stringere quel famoso patto di alleanza di cui sopra ed accettarne tutte le conseguenze; solo un sentimento così forte e misterioso può vincere la naturale reciproca diffidenza e il legittimo timore di un ignoto, sinistro futuro. Il destino dell’uomo e della donna è stato scritto migliaia di anni fa quando il prototipo di uomo, narcisista e fessacchiotto, fece combutta col prototipo di donna, curiosa e coraggiosa, e finirono con l’essere cacciati a calci nel sedere dal paradiso terrestre. Ma non finisce qui. Le scritture ci dicono incontestabilmente che siamo votati allo scontro, alla ybris, all’invidia sacrilega, alla sopraffazione e all’empietà; l’umanità deriva da un pazzo assassino: noi siamo la stirpe di Caino.

2 commenti:

Dyo ha detto...

Il tuo post casca a fagiolo, Saverio. Proprio stasera ho sparato con violenza vituperi verso certi maschi, intendendo estendere a tutto il genere. Sì, sono diffidente, prevenuta e astiosa ma, credimi, ne ho ben donde. Non è proprio serata, diamine!
Un bacio

l'invisibilenelvisibile ha detto...

In fase progestinica non si sopportano soprattutto a giusta ragione alcune categorie di uomini, ma devo dirti che non è una razza che io non sopporto tutt'altro che questo, mi trovo spesso a discorrere meglio con gli uomini che con le donne...e non è certo perchè mi puntano la pistola alla tempia