sabato 7 aprile 2007

CIELO, MIO MARITO !!



Normalmente si crede che vi siano due grandi categorie tipologiche di tradimento amoroso: quello unicamente sessuale, che non pregiudica i rapporti sentimentali esistenti, anzi, paradossalmente ha lo scopo di rafforzarli; quello sentimentale, in cui l’innamoramento di un’altra persona viene solo temporaneamente nascosto e vissuto clandestinamente per motivi di vario genere, ma che è inevitabilmente destinato a uscire allo scoperto. In realtà vi è un’altra categoria, non poco frequentata, assolutamente originale e non riconducibile alle precedenti già citate: il tradimento autoreferenziale è una forma di infedeltà particolare, in cui la molla che spinge a cercare un altro partner non è né di tipo sessuale né di tipo affettivo. E’, sostanzialmente, la risultante di diversi elementi: necessità di alimentare la propria autostima, necessità di dimostrare a se stessi di essere capaci di trasgredire, necessità di verificare l’efficacia della propria finzione, necessità di dimostrare ogni volta la propria cinica visione della vita e dei rapporti personali. Insomma una sorta di tecnica relazionale per soddisfare alcune pulsioni molto forti, niente che non riguardi il proprio io profondo.
Questo è il tipico caso in cui si tradisce il proprio partner per essere fedeli a se stessi, per provare a se stessi di non essere rimasti in gabbia in un rapporto fossilizzato, basato sulla consuetudine. E’ il tipico tradimento che si consuma “a prescindere” da chi ne è oggetto e da chi ne è vittima; è il tipico tradimento inevitabile e soprattutto ripetibile all’infinito,non vi è alcuna possibilità di neutralizzarlo. Eppure c’è chi si ostina a combatterlo: nuove lune di miele, consulenti matrimoniali, rinnovata creatività nella disponibilità sessuale, regali, coccole esagerate, eccetera eccetera.
Perché il tradimento, in generale, è così destabilizzante? Prima di tutto perché rompe degli archetipi legati alla sopravvivenza della specie: per la donna è sinonimo di abbandono, di privazione della sussistenza e della protezione per sé e per i suoi figli; per l’uomo è grave minaccia per la propria riproduzione e per il ruolo e prestigio sociale all’interno della tribù. Poi subentrano aspetti psicologici: il tradimento del partner è una minaccia gravissima al proprio livello di autostima, ci si sente “preferiti” ad un altro/a, e questo è estremamente doloroso; la paura della privazione, della perdita, del lutto, una morte affettiva improvvisa alla quale non si riesce a rassegnarsi; la frustrazione del senso di “possesso” del partner, la perdita dell’esclusiva affettiva che distrugge quel senso di unicità indispensabile che si credeva di rappresentare per l’altro; dolore per il sentirsi truffati, presi in giro, da chi mai avreste pensato essere capace di farlo.
Il “tradimento”, accezione cristiana di una parola latina che significava “consegnare”, tradere, (infatti la “consegna” di Gesù fatta da Giuda nell’Orto dei Getsemani rappresenta “il tradimento” per antonomasia). Il tradimento, nei suoi molteplici aspetti, è sempre presente nella vita di ciascuno di noi, primo fra tutti forse il tradimento più grave, il più serio, quello verso se stessi: non esiste uomo e donna che almeno una volta nella vita non abbia tradito le proprie convinzioni, le proprie autentiche aspirazioni, i propri veri sentimenti. Poco importa sapere che si avevano dei buoni motivi, ci sono sempre dei buoni motivi alla base del tradimento di se stessi, ma ci serve convincerci di questo per poterci perdonare e dimenticare al più presto. Strano, la comprensione e la pietà che abbiamo con noi stessi è infinitamente più grande di quella che abbiamo verso gli altri, con le persone che amiamo; noi ci perdoniamo in fretta, ma non perdoniamo agli altri; noi abbiamo sempre un buon motivo, gli altri non hanno mai dei buoni motivi.
Comunque si dispongano gli elementi di questa questione non si sfugge ad una realtà oggettiva: siamo dei grandi fetenti, bugiardi e traditori. Per cui costruire la propria esistenza inseguendo il miraggio dell’”anima gemella” può essere molto pericoloso, impariamo ad accontentarci dell’”anima cugina”, magari non è il massimo, ma ha un vantaggio: non è merce rara, i cugini, più o meno alla larga, si trovano molto più facilmente dei gemelli.



3 commenti:

Dyo ha detto...

Sai una cosa, Saverio? Io tendo a perdonare più gli altri che me stessa, forse perchè ho poca autostima di mio. Anima gemella? Bel concetto, ma assai rischioso. Tanto niente dura.
Un abbraccio e serena Pasqua.

l'invisibilenelvisibile ha detto...

Si tradisce quando cerchi in un'altra persona le tue stesse intese mentali, fisiche ed erotiche, e, quando accade si sà che è già irrimediabilmente perduto il rapporto esistente con il tuo partner.
Il tradimento personale per me non esiste, il sottile cambiamento che si percepisce in noi lo vedo come una vera contraddizione dei pensieri ad un continuo cambiamento ed adattamento alla vita, e alla riflessione di molteplici correnti di pensieri (politico,religioso ecc).Insomma io ieri avevo ideologie politiche di destra oggi mi sono convinta che è meglio votare l'unione.
L'unico tradimento si perpreta contro la vita solo chi è capace di creare la morte(omicidio) tradisce e chi di essa ne fa un motivo per riscattarsi dalle sofferenze (suicido).Buonanotte.

mariasole ha detto...

tradire vuol dire fallire..si tradisce quando si è capito che abbiamo fallito..che ci siamo traditi..e allora forse si cerca quello che nn abbiamo avuto..si pensa di avere una seconda chance..ma poi ti rendi conto che prima di cercare devi dire ops ho fallito..mi sono sbagliato ho tradito me stessa ma nn sempre si può fare..e allora continui a tradirti