lunedì 27 settembre 2010

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SCUSATE, TENGO FAMIGLIA

Il video comunicato di Gianfranco Fini sulla vicenda dell’appartamento a Montecarlo è la risposta del Presidente della Camera alla campagna giornalistica, montata da due quotidiani della famiglia Berlusconi, che ha occupato e che occupa tutto lo spazio della comunicazione politica nazionale.
Fini è accusato di condotta eticamente discutibile per aver favorito la vendita di un immobile, lasciato in eredità ad Alleanza Nazionale, a una società off shore segnalata dal fratello della sua compagna di vita, il quale ne è poi divenuto affittuario. Insomma un caso, come tanti in Italia, di bieco nepotismo, anche se non consumato ai danni della collettività.
Il video comunicato di Fini non si presta ad interpretazioni controverse: egli sostiene di non sapere perché e percome suo cognato abiti in quell’appartamento e non esclude di essere stato vittima di un raggiro ben congegnato. Se così dovesse essere (attende gli esiti delle indagini attivate a seguito di una denuncia dell’ex compagno di partito Storace) non esiterà a dimettersi. In sostanza dice: scusate, ma tengo famiglia e non so ancora se è una famiglia normale o una fetecchia.
Nel comunicato il Presidente della Camera invita l’opinione pubblica a riflettere sulla non casualità fra la sua frattura politica con Berlusconi e conseguente espulsione dal PdL e l’esplosione del caso sui giornali del premier. Secondo Fini i fatti dimostrano che Berlusconi stia cercando di distruggere la sua immagine politica e istituzionale impiegando mezzi e forme di ogni genere, senza alcuno scrupolo di sorta. Una vendetta che si concretizza in aggressione mediatica organizzata con scientifica precisione e impiego impressionante di mezzi.
Effettivamente Berlusconi ha grande dimestichezza nel nebbioso ambiente delle società off shore e nella geografia politica ed economica dei grandi paradisi fiscali. Basta rammentare la storiaccia della società All Iberian e di quel Previti in versione british di nome Mills per capire quanto il nostro premier sia coinvolto in affari esentasse molto poco chiari.
Ma tutto ciò è noto a tutti. Berlusconi governa con arroganza e se ne infischia dei conflitti di interesse: si circonda di yesmen, di ladri e corrotti, di incompetenti e decerebrati; dirgli di no è pericoloso, si corre il rischio di farsi male, di finire tritati senza tanti complimenti.
Tutto questo Fini (che è uomo di esperienza) lo ha sempre saputo ed evidentemente era convinto di stare in una botte di ferro, senza macchie e senza pettegolezzi. In una circostanza non è stato cauto e riflessivo come sempre: nella sfera privata. Accecato dall’amore, non si è posto molte domande sulla precedente relazione della sua compagna col più che maturo bancarottiere Gaucci né sulle improvvise fortune di cui ha goduto tutta la famiglia (padre, madre e fratello) della sua innamorata.
Pur di godere dell’affetto e delle arti muliebri di Elisabetta Tulliani non si è preoccupato di tutelare la propria integrità dalla spregiudicatezza con cui la famiglia Tulliani ha usato il suo nome e il suo potere politico per coltivare affari e aggiudicarsi contratti.
Qualcuno potrebbe obbiettare che, allo stato dei fatti, non c’è nulla che provi la buona fede di Gianfranco Fini. Ma non possiamo dimenticare che Fini non è uno stupido né un arrogante e se avesse voluto favorire qualcuno lo avrebbe fatto in modo molto più discreto e difficile da provare. È difficile pensare che organizzando e pianificando un progetto politico molto simile ad un piccolo terremoto, non fosse più che sicuro di avere le spalle coperte da ogni tipo di attacco nonché di incarnare in pieno la figura di politico corretto, integerrimo, con un alto profilo istituzionale. Dopo la critica e la rottura con la leadership di Berlusconi, Fini si aspettava di tutto tranne di scoprire di essere stato infinocchiato dalla sua nuova famiglia. E il lungo tempo trascorso tra l’esplosione del caso Montecarlo e la sua pubblica dichiarazione ne è la prova evidente: ha cercato disperatamente di scoprire la verità per poter organizzare la propria difesa. Purtroppo non ci è riuscito e, non potendo più tacere ancora, ha dovuto ammettere pubblicamente di essere stato turlupinato dal fratello della sua compagna, un giovanottino senza arte né parte ben allevato all’arte dello sfruttamento senza scrupoli. Mai come in questo caso le questioni familiari si intrecciano con le vicende politiche a tal punto da imporre una scelta radicale: la credibilità politica di Fini potrà ristabilirsi solo se sarà capace di allontanare quella famiglia di faccendieri, ogni altro epilogo lascerà la macchia incancellabile di ingenuo minchione. Duellare con Berlusconi per farsi trafiggere le chiappe da un cognatino con la faccia da provolone fa sorridere, ma è una colpa imperdonabile.

giovedì 9 settembre 2010

martedì 7 settembre 2010

mercoledì 1 settembre 2010