lunedì 2 aprile 2007

CEFALO IN LOVE


L’amore è per l’uomo un sentimento destabilizzante. Un uomo innamorato raramente riesce a nascondere la sua condizione: sguardo perso, andatura curva e dinoccolante, respiro corto con frequenti sospiri, appetito scarso, perdita dell’attenzione e linguaggio insicuro. Un uomo innamorato non è un bello spettacolo, e il fatto che lui ne sia perfettamente conscio aumenta di molto la sua goffaggine. L’occhio assume le sembianze di quello di un cefalo intrappolato in un tramaglio: sbarrato, cristallizzato in uno stupore mortale. All’origine di questa catastrofica condizione c’è proprio lo stupore, ci si sente travolti da un vortice di sensazioni inusuali senza riuscire a controllarle; non è la solita tempesta ormonale che scoppia più o meno frequentemente e che ha una collocazione topografica ben precisa e circoscritta. L’amore obnubila il cervello, rende insicuri, introduce idee fisse ricorrenti, alimenta desideri e paure irrazionali, spinge ad un’insana iperattività, turba il sonno, crea incubi. In quei brevissimi momenti in cui sembra di aver ritrovato la lucidità ci si chiede: ma cos’avrà quella donna per farmi un simile effetto? Non c'è risposta.
La questione è complessa ed è stata oggetto di studi di vario genere senza che si siano raggiunti risultati univoci. Il problema principale è che l’uomo è biologicamente e culturalmente modellato per rispondere a precise esigenze di carattere riproduttivo della specie e di carattere sociale. Il linguaggio, ad esempio, è per lui soprattutto mezzo di scambio di informazioni piuttosto che esternazione della propria interiorità; e infatti due uomini che chiacchierano del più e del meno sono infinitamente più noiosi di quanto non lo siano due donne, la chiacchiera femminile “produce” sempre qualcosa, quella maschile non per nulla è definita “cazzeggio”, ovvero totalmente inutile. L’uomo viene educato a risolvere i problemi, ad avere un approccio meccanicistico alla vita, a tendere alla razionalizzazione di tutto, ad apparire forte e sicuro. Quando accade, e quasi sempre contro la sua volontà, di essere travolto dall’amore, ecco che si trasforma in un cefalo, una copia squamata e catatonica di quello che era prima. Uomini grandi e grossi, magari anche un po’ burberi, si lanciano senza vergogna sul terreno minato del “love talking”: amoruccio, tesorino, passerotto, gattina, polpettina e altri ameni appellativi che mai ci si sarebbe sognati di usare. Anche il modo di parlare cambia, si diventa preda del “baby talking”, in cui il normale timbro di voce muta assumendo toni infantili ed emettendo suoni demenziali. Il cefalo ora è sulla graticola, ma lui, come il martirio di San Lorenzo, non sente il dolore, anzi è felice di esserci perché quel ferro rovente è sicura promessa di eterna beatitudine. Domande oscene come “quanto mi ami?” o “mi hai pensato oggi?” suonano come armonie celestiali e si affanna a rispondere con iperbolica affettazione; anche quando le domande tendono ad assumere il tono di un perfido interrogatorio riesce a mantenere quell’aura e quell’espressione da mercato ittico. Come fare a rispondere, senza essere prosaici o svelare le proprie miserie umane, alla domanda “perché non mi hai risposto al telefono?”, non si può dire impunemente “cara, stavo facendo la cacca” e allora ci si inventano docce bibliche o raccomandate da firmare giù al portone. Ma l’apice della totale metamorfosi in muggine viene raggiunto nell’intimità: quei rifiuti ripetuti e quelle brusche inspiegabili interruzioni, che in altri casi sarebbero stati motivo di immediata irritazione e rapido definitivo commiato, vengono vissuti con serafica pazienza e immutata adorazione.
Questa faccenda della metamorfosi amorosa è una nemesi per l’uomo, nessuno ne è sfuggito e nessuno mai ne sfuggirà. L’uomo, per poter entrare in sintonia sentimentale con la donna, deve cambiare, deve squarciare il suo bozzolo spinoso e con le nuove squame lucenti tuffarsi nel mare dei sentimenti; ma quest’uomo rinnovato, a dispetto della stupenda canzone napoletana, non è O’ Guarracino, è un grosso, stupido, cefalo.

2 commenti:

bluette ha detto...

Ironia intelligente e divertentissima, che ho pienamente apprezzata, e non solo perchè sono una donna...:D
Un saluto
Se mi autorizzi, condivido molto volentieri il tuo brano, ovviamente riportandone la tua "paternità"

Saverio ha detto...

Ma certo, con grande piacere.Grazie