martedì 15 dicembre 2009

TORO SCATENATO


La violenza politica è sempre un atto di barbarie. Chi è vittima di questa barbarie è sempre doppiamente vittima: per aver subito una violenza nel corpo e per aver subito un abuso della propria integrità morale e intellettuale. La questione non può e non deve essere liquidata invocando il fragilissimo equilibrio psicologico di colui che ha assalito il presidente del consiglio poiché è reale il clima che contrappone i pro e gli anti Berlusconi: un clima teso, fosco, estremamente sensibile alla minima cosa per imboccare la strada dell’escalation. E’ la prima volta, dopo i tenebrosi anni di piombo, che la politica genera nell’opinione pubblica un’onda di partecipazione emotiva così grande e così incontrollabile. Certo, la crisi economica, i licenziamenti, la cassa integrazione, i precari della scuola lasciati in mezzo a una strada, i giovani senza speranze, quarantenni e cinquantenni che non hanno mai avuto un posto di lavoro vero, tutto questo ha un peso: ma è un peso strano, un peso che non va a rinforzare l’opposizione politica spingendola a uscire dal letargo in cui è caduta per avere il coraggio di progettare una vera alternativa. Non è un peso che spinge i sindacati a fare muro per difendere il lavoro ad ogni costo. Ma allora che succede?
Succede che stiamo assistendo, sbigottiti e incazzati, alla cannibalizzazione dello Stato da parte della politica. Lo Stato, questa complessa architettura giuridica costruita sui pilastri della Costituzione, viene roso quotidianamente dalla classe politica. Una classe politica aggressiva, arrogante, presuntuosa, ignorante e populista, formata da ominicchi prepotenti, arrivisti, dai molteplici appetiti. Ma quando è incominciato tutto ciò? E’ stato Silvio Berlusconi a incominciare a scardinare i pochi punti di riferimento rimasti in piedi dopo tangentopoli. Con toni in stile Peppone e Don Camillo ha cominciato a minare la credibilità della magistratura intesa come sistema. Ha voluto deliberatamente confondere il principio della delega (grazie al quale vince le elezioni) con quello dell’investitura consacrante (Deus vult). Ha demolito la figura del Presidente della Repubblica e quella della Corte Costituzionale, ha allietato gli ambienti della politica internazionale con barzellette, gaffes, figuracce ignobili e grottesche autocelebrazioni. Da quando esiste la Repubblica Italiana i ruoli di Presidente così come di Giudice Costituzionale sono sempre stati coperti da uomini provenienti dalla politica, ma mai nessuno si è sognato di offenderli accusandoli di tradire la Costituzione per favorire il proprio partito. Invece Berlusconi l’ha fatto, disprezzando apertamente le istituzioni.
Nel film di Martin Scorsese “Toro Scatenato”, Robert De Niro interpretava il pugile italo americano Jack La Motta, un grande campione del ring obnubilato da una personalità egocentrica e delirante che finirà per avere il sopravvento riducendolo alla povertà e alla solitudine. Berlusconi in politica è un Toro Scatenato, senza il senso dell’opportunità e dell’equilibrio. Il suo antagonista naturale è l’ex giudice Di Pietro, forcaiolo per vocazione, populista per necessità: un novello Robespierre più incline alle purghe che alla dialettica. E ci si meraviglia che sul Web ci siano luoghi in cui si concentrano migliaia di imbecilli che vorrebbero uccidere Berlusconi? E ci si meraviglia che ci siano ebeti pronti a manifestare solidarietà per l’aggressore di Berlusconi?
Francamente c’è poco da meravigliarsi, dice il vecchio adagio: chi semina vento raccoglie tempesta.
E Berlusconi ne ha seminata di roba, non c’è che dire. C’è un ultimo aspetto tragicomico che va evidenziato: questo penoso e deprecabile episodio avrà, nel tempo, un effetto benefico sulla popolarità del nostro premier, chi ha voluto colpire (e anche per questo è sicuramente fuori di testa) non ha calcolato l’effetto martire, non si è reso conto di aver innescato un processo di beatificazione politica tendente a innalzare Berlusconi nell’olimpo dei grandi della patria che hanno pagato un tributo di sangue per la libertà.
E invece ha fatto tutto lui. Toro Scatenato, tutto preso dall’agone quotidiano, concentrato a colpire e a parare, non ha visto un palo e ci ha sbattuto il grugno. Metaforicamente parlando è stato un incidente di percorso dal quale, forse, potrà addirittura guadagnare qualcosa.
Pacificazione nazionale? Meglio la pax romana: eliminiamo le elezioni e i candidati si battano all’ultimo sangue nei nostri begli stadi. Diretta Rai o Mediaset?

3 commenti:

il mio nome è mai più ha detto...

Alla fine anch'io mi sono convertita all'assunto che questo deprecabile incidente finirà per fare di B. una specie di martire.
Certo, se Tartaglia (curioso, tutti i Tartaglia che ho conosciuto in vita mia erano delle emerite teste di quiz) avesse colpito più in alto, a quest'ora le telecamere avrebbero appena spento i loro occhi sulla camera ardente del Presidente del Consiglio.
B. è reo di tante colpe, ma a me il sospetto di una sorta di complotto ai suoi danni è anche venuto.
Sto cercando di capire, Saverio: i foglietti di un Travaglio sempre più ridicolo non mi bastano più. E non mi basta, e non mi serve assistere agli sproloqui verbali del forcaiolo molisano, che disprezzo con convinzione.
Nemmeno io credo alla pacificazione nazionale: ho sperato tanto in una ripresa delle forze politiche in cui avevo tanto creduto, ma sto perdendo la voglia di crederci ancora.

ap ha detto...

...a questo punto..... se fossi io al posto di Berlusconi lascerei tutto andare in malora, chi o che cosa me lo farebbe fare continuare su questa strada spinosa. Restare e subire attacchi di ogni genere, calunnie, violenze perfino fisiche non ne varrebbe la pena. Si! Lascerei tutti gli interessi pubblici e privati e farei come Cincinnato, mi ritirei in campagna a coltivare un pezzettino di terra non molto grande, però con ogni ben di Dio per ritemprare lo spirito e il corpo. Andrei lontano da tutto e da tutti e mi godrei quegli attimi di serenità e di pace da tanto e da tanti agoniati, alla faccia di tutti quegli italiani che hanno instaurato questo clima di violenza per indurre un uomo di buona volonta ad abbandonare la partita e far ricadere l'Italia nel buio dell'era dei fannulloni votati a causare con la loro inefficienza, un debito pubblico fuori controllo, sempre più insanabile e non so fino a quale generazione se ne potra vederne la fine. Ci vuole il rigore a volte per vederne poi i frutti e farli godere alle nostre prossime generazioni. Se fossi io Silvio Berlusconi farei così, ma non lo sono e ne sono contento perchè almeno io vivo la mia vita senza grilli per la testa, fatta di piccole ma vere soddisfazioni di tutti i giorni nell'ambito familiare, sociale e lavorativo . Scusa lo sfogo Saverio, ma non potevo più trattenerlo. Piero.

Saverio ha detto...

Caro Piero,
non c'è nulla di cui ti debba scusare, questo Blog è un luogo in cui tutte le opinioni (purchè espresse in modo civile) sono benvenute. Quello che dici risponde sicuramente a molte opinioni simili di tante persone che hanno una buona opinione del nostro presidente del Consiglio.
Io ribadisco solo una cosa: è stato Berlusconi a inaugurare questo modo di fare politica in Italia ed è stato lui a personalizzare la politica. Ora se vuole che il clima rovente si plachi, faccia per primo autocritica e la smetta una volta per tutte di dire che lui ha le palle e gli altri no. Come cittadino preferisco un politico col cervello a uno con gli iper attributi.
grazie, a presto.