mercoledì 18 giugno 2008

NOTTURNO


La notte cambia la città
lasciando nudi i suoi viali,
calando il silenzio sui tetti,
raffreddando l’asfalto bollente.
La notte fa cantare le fontane,
urlare di rabbia gli ubriachi,
volare sui marciapiedi spietati rapaci.
La notte ascolta i miei passi randagi,
bacia i palazzi e lusinga le architetture,
disegna lo spazio vuoto delle piazze,
dà vita a lattine e cartacce.
La notte illude il pusillanime,
culla la solitudine e il tedio.
In queste ore sospese
anche la Morte si ferma,
l’ho vista seduta sulla scalinata,
leggere le scritte sui muri,
parole d’amore che forse non saranno
mai pronunciate.

1 commento:

bluette ha detto...

Mi piacciono le immagini notturne che scoprono la città nei suoi rumori divenuti canti, nelle sue miserie divenute elementi magici, mentre i passi randagi dell'autore
disegnano un percorso sui marciapiedi e nella sua anima...