Ancora diciottenne spesso mi ritrovavo a fantasticare sull'anno 2000, sul nuovo secolo, su me stesso che nel 2000 sarebbe stato un uomo di quarantatre anni. Ora, all'inizio del 2010, mi ritrovo a pensarmi diciottenne che pensa al futuro...Una cosa quantomeno bizzarra e, se vogliamo, anche un tantinello melanconica. In quel periodo ho fatto mille congetture, ho analizzato centinaia di possibilità, ma non quella che poi si è realizzata. Questo significa che la mia vita non si è svolta secondo un piano o almeno un progetto preciso e prefissato; direi piuttosto che la mia vita sia il risultato di una sorta di continua guerra tra me e la società degli uomini, guerra in cui ho cercato disperatamente di proteggere me stesso, la mia identità, la mia diversità, la mia libertà di rifiutare modelli, comportamenti e stili di vita dominanti.
Quel che mi è rimasto non è gran cosa: autonomia di giudizio e una discreta capacità di raccontare, di descrivere e di spiegare. L'unica conseguenza positiva di tutto ciò è che ho ancora la sensazione della vita che scorre e che conservo una forte curiosità per tutto ciò che mi circonda. Non è molto, ma è sufficiente a mantenere un certo equilibrio e un solido ottimistico pessimismo. Sarei disposto a tornare indietro nel tempo per evitare i tanti errori commessi nel passato? No grazie. Il caso mi ha concesso una seconda vita che intendo percorrere fino in fondo,
ogni tanto guardare all'indietro fa bene, ma tutte le energie devono essere impegnate per il futuro: le orme impresse sulla sabbia sono destinate a sparire in poco tempo e quel che più conta sono i passi che devono ancora essere fatti. Il tempo non è più un alleato e questa è l'unica cosa che non deve essere mai sottovalutata. Festina Lente dicevano i Latini, affrettati con lentezza: considera il tempo che fugge ma non perdere la calma della riflessione e del giudizio.
Pensa al futuro usando l'esperienza del passato.
6 commenti:
Strano proprio ieri sera mi è accaduta la stessa cosa, ho rivisto vecchie foto da bambina e poco più e melanconica pensavo a quanto mi senta tradita dalla vita! no io nn rifarei gli errori che ho fatto solo che vorrei capire al di là delle cose oggettive cosa veramente ho sbagliato! Però mi sono ripromessa di quanto meno raddrizzare il volante, speriamo che me la cavo! :)
Io penso che gli unici grandi errori siano quelli che riguardano il tradimento della fiducia e il tradimento di sè stessi, dei propri desideri e delle proprie aspirazioni. Il resto è la risultante fra i nostri comportamenti e le situazioni che la vita ci pone davanti ogni giorno. Capita a tutti di perdere qualche occasione e di non saper cogliere il momento giusto. Ma non è sempre così, per fortuna.
Grazie, a presto.
Guardandomi indietro non ho niente di rimproverarmi, anzi riflettendo attentamente sulle scelte a suo tempo fatte i risultati non sono stati altro che soddisfacenti, e ritengo con molta convinzione che noi non siamo altro che il sultato delle nostre scelte, e ogni rimpianto di quello che potevamo essere facendo altro tipo di scelte non mi sfiora perchè sono stato me stesso con i miei limiti e le mie capacità. A presto Piero-
Questo commento rivela che tu sei una persona serena, che vive un giusto equilibrio con sè stesso. Direi che sei sulla strada della saggezza.
Grazie, alla prossima.
Io, potendolo fare, tornerei indietro ecoome, ma temo che commetterei gli stessi errori, visto che non tornerei indietro con un bagaglio di "senno di poi" a tracolla.
Tradire se stessi è la scigura peggiore che possa capitarci: io mi sono tradita, e non me lo perdono.
Quel che più conta è la consapevolezza dei propri errori. Fino a quando c'è vita si è sempre in tempo per recuperare, per inventarsi nuovi percorsi e fare nuove esperienze. Ricostruire è molto più difficile di rimpiangere ma può essere realmente esaltante. perchè non provarci?
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