DEDICATO A CHI HA LA MEMORIA CORTA E A QUEI BUFFONI DI STATO SENZA RISPETTO PER LA VITA UMANA.
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" Il racconto intelligente della sconfitta è la sottile vittoria del vinto. " Nicolas Gomez Davila
Scrivere è una provocazione, una visione fortunatamente falsa della realtà che ci situa al di sopra di ciò che è e di ciò che sembra essere. Rivaleggiare con Dio e persino superarlo con la sola virtù del linguaggio, ecco l’impresa dello scrittore, esemplare ambiguo, lacerato e infatuato che, uscito dalla sua condizione naturale, si è abbandonato ad una vertigine superba, sempre sconcertante, talvolta odiosa. Niente di più miserevole della parola, eppure grazie ad essa ci si apre a sensazioni di felicità, a una dilatazione estrema in cui si è totalmente soli, senza il minimo senso di oppressione. Il supremo raggiunto con il vocabolo, con il simbolo stesso della fragilità. Curiosamente, lo si può raggiungere anche con l’ironia, purché questa, spingendo al limite la sua opera di demolizione, dispensi brividi di un dio alla rovescia. Le parole come agenti di un’estasi capovolta… Tutto ciò che è veramente intenso ha i caratteri del paradiso e dell’inferno, con questa differenza, che il primo possiamo solo intravederlo, mentre il secondo, abbiamo la ventura di percepirlo e, più ancora, di sentirlo. Esiste un vantaggio ancora più notevole, di cui lo scrittore ha il monopolio: quello di sbarazzarsi dei propri pericoli. Mi chiedo cosa sarei diventato senza la facoltà di riempire delle pagine. Scrivere significa disfarsi dei propri rimorsi e dei propri rancori, vomitare i propri segreti. Lo scrittore è uno squilibrato che si serve di quelle funzioni che sono le parole per guarirsi. Su quanti malesseri, su quanti accessi sinistri ho trionfato grazie a questi rimedi insostanziali!
2 commenti:
...è vero che non c'è limite alla stupidità dell'uomo e Chernobyl ne è uno sconcertante esempio. Basta, con il nucleare, basta al consumo a tutti i costi. Che cosa erediteranno i nostri nipoti dalle nostre scelte sciagurate che risorse lasceremo. Sono indignato da chi pensa che il nuleare sia la vera risposta ai nostri bisogni, e solo un suicidio continuare su questa linea di pensiero. A presto, Piero.
Caro Piero,
non posso che condividere appieno il tuo punto di vista. Ancora una volta ci troviamo di fronte all'arroganza del potere che se ne infischia del referendum che abolì il nucleare in Italia.
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