In questi giorni stampa, telegiornali e programmi televisivi di approfondimento sono impegnati a dibattere sulle varie manifestazioni di protesta contro il decreto sulla scuola primaria del ministro della Pubblica Istruzione Gelmini. Questo decreto viene definito dall’opposizione e dai manifestanti come una vera e propria riforma. Sia chiaro, il suddetto decreto non è una riforma bensì un provvedimento legislativo che modifica alcuni aspetti dell’attuale assetto della scuola primaria. Non vengono modificati i programmi d’insegnamento né tantomeno il curriculum studiorum. Viene reintrodotto il sistema di valutazione numerico (i voti), l’uso del grembiulino, una maggiore considerazione della valutazione della condotta e la figura del maestro unico che sarà comunque affiancata dal docente di inglese e da quello di religione, sono previsti anche accorpamenti di plessi scolastici di piccole dimensioni allo scopo di razionalizzare e risparmiare sulle spese. Solo un fesso o un demagogo d’accatto potrebbe sostenere che questa è una riforma scolastica. Gli effetti più rilevanti di questi provvedimenti saranno un blocco delle nuove assunzioni poiché non sono previsti licenziamenti. Alcuni sostengono che questo nuovo assetto porterà alla scomparsa in molte scuole del tempo prolungato, ma la cosa non è ancora molto chiara. Chi patirà per questa nuova situazione? Sicuramente tutti coloro che contavano (docenti e personale ATA) di entrare a far parte in pianta stabile del carrozzone scuola e tutti quei genitori che contavano sul servizio di baby sitting gratuito fornito dal tempo prolungato. Per questi motivi è legittimo che precari e futuri precari siano preoccupati così come è comprensibile che molti genitori siano arrabbiati. I genitori italiani in tanti anni di partecipazione alla gestione scolastica (dall’introduzione dei decreti delegati) hanno saputo dimostrare solo un sempre più crescente astio nei confronti del personale docente accusato di incompetenza e vessazioni nei confronti dei propri pargoli affetti da citrullesca infingardaggine, coccolati, viziati e maleducati. Molti di questi ex bambini prodigio ora frequentano le scuole superiori e l’università e, nel tempo, hanno maturato insieme ad una perniciosa ignoranza una granitica supponenza e, soprattutto, un piacere profondo per l’omologazione. Questi giovani beoti hanno toccato il cielo con un dito quando genitori, professori, sindacalisti, e masanielli vari li hanno voluti coinvolgere nella loro battaglia corporativa. E sì, perché siccome nella prossima finanziaria (non nel decreto Gelmini) sono previsti tagli e risparmi di spesa anche nel comparto istruzione , è accaduto che baroni, baronetti, capibastone, presidi, sindacalisti e impiegati specialisti in cruciverba, si siano preoccupati del loro destino e del loro potere. Vogliono far credere agli studenti che nell’università attuale ci sia spazio per i giovani meritevoli, che i concorsi per ricercatori e docenti siano trasparenti, che il nepotismo più becero non esista, che non vi sono corsi di laurea inutili e grotteschi, che la ricerca seria sia la pratica più diffusa. Così ci tocca assistere al penoso spettacolo di una sinistra alleata con la conservazione e col corporativismo al solo scopo di muovere greggi di studenti, precari, genitori e fannulloni contro il governo Berlusconi. Forse alcuni hanno dimenticato che, anni fa, il Partito Radicale (componente attiva del Partito Democratico) promosse un referendum a favore del ripristino del maestro unico, forse alcuni dimenticano che la politica dei sindacati nella scuola è storicamente basata sull’aumento delle assunzioni in cambio di miti pretese salariali. La scuola italiana è fatta di docenti mal pagati e squalificati, di amministrativi che leggono il giornale, di bidelli che non fanno più neanche le pulizie, di assistenti di laboratorio alle prese col piccolo chimico, di presidi occupati a distribuire prebende senza rendere conto a nessuno. In tutto questo contesto nauseante ci tocca sentire le interviste a studenti che pare abbiano imparato un copione a memoria e che, di fatto, difendono ad oltranza una scuola che fa schifo. Qualche mentecatto ha il coraggio di parlare di un nuovo ’68, invece è il triste trionfo del pensiero unico, è la sconfitta del coraggio della critica e dell’autodeterminazione, assistiamo alla mistificazione eretta a sistema. Eppure di argomenti seri contro questo governo ce ne sarebbero a bizzeffe: conflitto di interessi mai risolto (grazie Prodi), il pericolosissimo risveglio del mostro nucleare (non ci fu un referendum che vietò la costruzione di centrali nucleari?), il rispetto della Costituzione (i tre poteri dello Stato vi sembrano autonomi?), il controllo della finanza e il potere delle banche. E via andare. È disarmante vedere studenti che invece di lottare contro i privilegi, contro il nepotismo e contro l’omologazione, sfilano accanto a furbi demagoghi e vecchi marpioni decisi a non cedere nulla del loro potere, a genitori rincoglioniti preoccupati di dover pagare una baby sitter. È una gran bella soddisfazione manifestare con la benedizione di mamma e papà accanto al preside e ai professori. Trent’anni fa si gridava “Immaginazione al potere”, ora si pratica il potere dell’omologazione.
E dopo il corteo tutti a festeggiare Halloween: dolcetto o scherzetto?
E dopo il corteo tutti a festeggiare Halloween: dolcetto o scherzetto?
4 commenti:
pochi giorni fa ho assistito ad una serie "lauree" tesi di 8 minuti che potevo fare io comodamente ritagliando articoli di settimanali quali novella 2000 e simili e facendo un copia incolla..
gente laureata che ad un quiz in tv nn conosceva la spigolatrice di Sapri!!!! etc etc..ecco la scuola di oggi..ah! l'unico che ha preso 110 e lode è un over30 enne e un 98 una over40 che lavorando e con famiglia ha conseguito la "laurea" invece i nostri fanciulli quelli che vanno insieme ai genitori dall'avvocato xchè un professore gli ha detto che se nn studia sarà bocciato.. e avrebbero il tempo, la mente e tutte le altre cose per studiare hanno spaziato tra 88 e il 102.. dimenticavo per tutto il tempo un professore facente parte della commissione ha parlato al telefonino!!!!!!!!!!!!!!
Grazie Mariasole del tuo contributo. Ormai i corsi di laurea non si contano più: scienze della comunicazione, ad esempio, merita una considerazione. Da quando la comunicazione è una scienza? Ormai ci sono scienze dappertutto e docenti specializzati nelle discipline più terrificanti. Che schifo!
....mi associo alle vostre considerazioni, e aggiungo e piu' facile trovare un laureato o diplomato che un operaio per certi lavori manuali.... dove andreamo a finire di questo passo, temo nelle mani di extra comunitari.
Francamente non penso che il problema sia quello della prevalenza della manodopera straniera. Giudico nefasta l'ormai prevalenza del pensiero unico, dell'omologazione, della negazione dello spirito critico, della scomparsa di quella sana e sacrosanta rabbia giovanile che in passato ha svolto un ruolo importante nella società. Non ci sto a questo massacro delle giovani coscienze nel nome di una politica falsamente bipolare.
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