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ANTOLOGIA PERSONALE

" Il racconto intelligente della sconfitta è la sottile vittoria del vinto. " Nicolas Gomez Davila

domenica 18 settembre 2011

Non C'è Tempo - 99 Posse

Pubblicato da Saverio alle 20:19 Nessun commento:

Napoli Centrale - "Sotto e 'n Coppa"(Mattanza)

Pubblicato da Saverio alle 20:06 Nessun commento:

martedì 13 settembre 2011

Ric & Gian 'la brioche'

Pubblicato da Saverio alle 08:31 Nessun commento:

Tino Scotti - IL CAVALIERE (1974)

Pubblicato da Saverio alle 08:27 Nessun commento:

Falqui, basta la parola! - Il primo storico Carosello

Pubblicato da Saverio alle 08:16 Nessun commento:

Cecilia Bartoli Agitata da due venti Vivaldi

Pubblicato da Saverio alle 08:00 Nessun commento:

lunedì 12 settembre 2011

Handel - Rodelinda "Dove sei, amato bene?" Andreas Scholl

Pubblicato da Saverio alle 20:04 Nessun commento:
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Francesco Saverio Sasso

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IO SONO UNA FORZA DEL PASSATO

"Io sono una forza del Passato. Solo nella tradizione è il mio amore. Vengo dai ruderi, dalle Chiese, dalle pale d'altare, dai borghi dimenticati sugli Appennini o le Prealpi, dove sono vissuti i fratelli. Giro per la Tuscolana come un pazzo, per l'Appia come un cane senza padrone. O guardo i crepuscoli, le mattine su Roma, sulla Ciociaria, sul mondo, come i primi atti della Dopostoria, cui io sussisto, per privilegio d'anagrafe, dall'orlo estremo di qualche età sepolta. Mostruoso è chi è nato dalle viscere di una donna morta. E io, feto adulto, mi aggiro più moderno d'ogni moderno a cercare i fratelli che non sono più". Pier Paolo Pasolini

Scrivere

Scrivere è una provocazione, una visione fortunatamente falsa della realtà che ci situa al di sopra di ciò che è e di ciò che sembra essere. Rivaleggiare con Dio e persino superarlo con la sola virtù del linguaggio, ecco l’impresa dello scrittore, esemplare ambiguo, lacerato e infatuato che, uscito dalla sua condizione naturale, si è abbandonato ad una vertigine superba, sempre sconcertante, talvolta odiosa. Niente di più miserevole della parola, eppure grazie ad essa ci si apre a sensazioni di felicità, a una dilatazione estrema in cui si è totalmente soli, senza il minimo senso di oppressione. Il supremo raggiunto con il vocabolo, con il simbolo stesso della fragilità. Curiosamente, lo si può raggiungere anche con l’ironia, purché questa, spingendo al limite la sua opera di demolizione, dispensi brividi di un dio alla rovescia. Le parole come agenti di un’estasi capovolta… Tutto ciò che è veramente intenso ha i caratteri del paradiso e dell’inferno, con questa differenza, che il primo possiamo solo intravederlo, mentre il secondo, abbiamo la ventura di percepirlo e, più ancora, di sentirlo. Esiste un vantaggio ancora più notevole, di cui lo scrittore ha il monopolio: quello di sbarazzarsi dei propri pericoli. Mi chiedo cosa sarei diventato senza la facoltà di riempire delle pagine. Scrivere significa disfarsi dei propri rimorsi e dei propri rancori, vomitare i propri segreti. Lo scrittore è uno squilibrato che si serve di quelle funzioni che sono le parole per guarirsi. Su quanti malesseri, su quanti accessi sinistri ho trionfato grazie a questi rimedi insostanziali
!

Emil Cioran

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