mercoledì 14 maggio 2008

NON TUTTI I SANTI FINISCONO IN PARADISO Seconda Puntata


Giunto in ufficio, Lopollo organizzò il lavoro di controllo dei tabulati telefonici di don Vinicio e della coppia Cacace. Poco dopo giunse la convocazione del maggiore comandante. “Venga, venga…Lopopolo, ha già pranzato?” “Lopollo, signor maggiore” “Ah!! Bene, e com’era al forno o allo spiedo?” “Cosa?” “Il pollo…mi ha appena detto che ha mangiato del pollo..” “No, mi scusi, non ho mangiato del pollo, è che io” “Ho capito, ho capito”interruppe il maggiore “c’è un bel pollo a casa sua che l’aspetta, va bene sarò breve…mi parli dell’indagine”. A questo punto gli sembrò inutile proseguire nel chiarimento dell’equivoco e preferì fare un conciso rapporto della situazione. “Bene, Lopopolo , prosegua nei controlli e mi tenga al corrente. Può andare, vada a spazzolarsi il suo bel pollo!!Ahahah!” “Grazie signore, ma vorrei precisare che io mi chiamo Lopollo e non Lopopolo”, il maggiore lo fissò per un attimo “Mi dica…per caso lei è parente del maresciallo Laquaglia?” il brigadiere stupefatto “Nno..no signore” “E del capitano Fagiano?” “No…neanche”, il maggiore si alzò “Bene, bravo, si accomodi e mi tenga al corrente….si ricordi che io apprezzo molto l’humour….bravo Lopopolo, bravo!”. Rientrando in ufficio, il brigadiere rimuginava nervosamente l’assurda conversazione col maggiore, pensava che le sue possibilità di carriera erano praticamente nulle con un superiore che non conosceva neanche il suo nome.
Dai tabulati telefonici emerse un primo dato interessante, l’impiegata postale chiamò il marito dopo aver consegnato il denaro al prete. Ora bisognava concentrare l’attenzione sul marito, il commercialista. Egli era a casa dello zio quando arrivò don Vinicio per l’estrema unzione quindi il furto era stato commesso da un altro, un complice. Era necessario individuare tutti i numeri chiamati da Cacace dopo la telefonata della moglie. A proposito di moglie, era ora di chiamare la sua Porzia, “Cara sono in ufficio…sì, cosa c’è di buono oggi? Cosa? Pollo allo spiedo….sì, caspita…no, purtroppo non ce la faccio, mangerò un panino…ci vediamo stasera”.
“Mi dica, dottor Cacace, cos’è accaduto a suo zio per spingerla a chiamare don Vinicio”, lo studio di Agostino Cacace era molto elegante, “Brigadiere, cosa vuole che le dica…era cianotico, nonostante gli avessi messo la mascherina d’ossigeno, mi sono spaventato…anche l’infermiera che lo assiste continuamente era molto preoccupata”, “Cosa pensa del furto?” “Che è stata una porcata, accidenti cinquantamila euro, roba da mangiarsi le orecchie…” “Vada avanti…mi dica tutto” “Caspita brigadiere…ha scoperto il nostro piccolo accordo…complimenti”, Lopollo abbozzò, temendo di scoprire la sua totale sorpresa “Avanti, forza!”, Cacace giocherellava con la penna fissando il pavimento “Ecco…come sa sono titolare di una piccola finanziaria, la “Maxicoppon”, e stavo convincendo don Vinicio ad investire da me la sommetta in questione, piuttosto che depositarla in banca”, “Quindi avevate un accordo…” “Non proprio…diciamo che don Vinicio non mi aveva detto di no, che ci stava pensando”, incalzò Lopollo “Solo che quella mattina era il momento decisivo, don Vinicio aveva ritirato il denaro” “Esatto, fu mia moglie ad avvisarmi, non c’era un minuto da perdere…” “Così pensò di utilizzare suo zio per poter immediatamente convincere il prete”, Cacace annuì e sussurrò “Quel fetente mi ha detto di no…”
La canonica era alle spalle della chiesa, un piccolo appartamento con un cortile interno, da quel cortile era possibile accedere alla sacrestia attraverso una piccola porta in ferro. La perpetua di don Vinicio si chiamava Carmela, aveva circa settant’anni e zoppicava per l’artrosi: “No maresciallo, io non so niente…” “Brigadiere, prego” e la donna preoccupata ”Mi scusi tanto, maresciallo brigadiere, io sono ignorante …comunque quel giorno io non c’ero, la mattina sono andata dal callista e il resto della giornata a casa mia a bestemmiare il callista.. Dovete sapere che i callisti bravi non esistono più….ora trovi solo gli strizzacipolle, fanno male assai e sono cari assai. Ma io nacqui con questo destino: i piedi dovevano fare una cattiva riuscita” “Ho capito, quella giornata don Vinicio è rimasto solo” “Solo? Chi l’ha detto?” rispose sbigottita ”In tanti anni di servizio..MAI il mio parroco è rimasto solo…MAI…se lo ricordi …quando Carmela non può, Carmela provvede.. sempre !!” Lopollo si spazientì “E allora? Avanti..come ha provveduto?” “Mia nipote, mia nipote ci mandai a pulire e a cucinare, come faccio sempre quando non posso…E’ brava ma nipote!! Rispettosa e ubbidiente…la mia bella Filomena!!” Lopollo ebbe un sussulto e impallidì.
Continua.

1 commento:

Dyo ha detto...

Almeno stavolta non avrò il problema della suspense.
Proseguo.