mercoledì 19 dicembre 2007

LE VACANZE DEL BOIA


Ieri, 18 Dicembre 2007, è stato il giorno della risoluzione dell’ONU sulla moratoria universale della pena di morte. Una grande conquista di civiltà nel lento, ma inesorabile, cammino della tutela dei diritti umani e civili. Questo grande evento è fonte di ulteriore soddisfazione per noi italiani in quanto concepito e progettato da quel piccolo grande movimento politico dei Radicali Italiani, da sempre impegnati nella difesa della legalità e dei diritti umani.
La pena di morte è strettamente connessa ad un concetto di giustizia che non riconosce nei diritti umani il suo fondamento e che giustifica pratiche punitive come la riduzione in schiavitù e la tortura. Secondo questa idea primitiva della giustizia chi infrange la legge non solo si pone al di fuori della comunità ma, soprattutto, perde automaticamente la propria dignità umana e ogni diritto ad essere trattato come essere umano. Al reo viene espropriata non solo la libertà ma soprattutto la vita e il suo “sentire”, il suo essere una persona. In altre parole, la comunità (ovvero lo Stato) rivendica il pieno diritto di decidere fino a che punto si è esseri umani ma soprattutto quando negare i diritti dell’uomo e del cittadino. E’ stata questa idea ad aprire la strada che ha portato alle deportazioni di massa, al genocidio organizzato e ai campi di sterminio. Fino a quando si continuerà a pensare che non esistono diritti inalienabili direttamente connessi all’essere vivente, ci sarà sempre qualcuno disposto a calpestarli nel nome di un bene superiore. Sicuramente sono stati moltissimi coloro che hanno applaudito all’impiccagione di Saddam Hussein senza rendersi conto che in quel momento le loro mani grondavano dello stesso sangue che imbrattava quelle del dittatore iracheno. La frase, ormai celebre, “nessuno tocchi Caino” rappresenta la consapevolezza che non ci possono essere deroghe all’esercizio dei diritti umani e che, al di là delle fedi religiose, la vita è un diritto innegabile che non può, in nessun caso, essere barattato con la pretesa di giustizia.
Sono moltissimi i paesi in cui tuttora si pratica quest’omicidio di stato utilizzando le tecniche più disparate: fucilazione, impiccagione, taglio della testa, sedia elettrica, camera a gas, iniezione letale. Nonostante ciò non c’è prova che i reati per i quali viene comminata la pena di morte siano in diminuzione. Invece sono sempre maggiori i casi in cui, ad esecuzione avvenuta, spuntano fuori prove inoppugnabili dell’innocenza dei giustiziati. Pare che anche da un mero punto di vista economico la pena di morte sia troppo gravosa per la comunità; qualche giorno prima della risoluzione ONU, lo Stato del New Jersey ha abolito la pena capitale in seguito ad una approfondita analisi costi-benefici da cui è emerso l’assoluto svantaggio economico del mantenere in uso la pena di morte. La moratoria universale ha lo scopo di mandare in vacanza i boia e di consentire lo sviluppo di un dibattito serio e produttivo che possa portare alla totale abolizione della pena capitale, un obiettivo non facile ma indispensabile per tutti coloro che credono fermamente nella possibilità di migliorare la condizione delle persone attraverso il rispetto dei fondamentali diritti umani. Ancora un volta la perseveranza e il disinteressato impegno di poche persone come Marco Pannella, Emma Bonino, tutti i radicali italiani e transnazionali, l’associazione “Nessuno Tocchi Caino”, hanno dimostrato che è possibile contribuire attivamente per lo sviluppo della civiltà mettendo in luce il lato più nobile dell’impegno politico.


2 commenti:

Dyo ha detto...

E'uno dei grandi meriti dei Radicali Italiani.Ed è anche una soddisfazione, così è stata raccapricciante l'esecuzione di Saddam divenuta, addirittura, evento mediatico.

Dyo ha detto...

Che, poi, appaia necessario che le pene comminate siano equilibrate ma ferme, è a mio avviso un fatto incontestabile. Altrettanto incontestabile come l'istituto barbaro della morte di Stato.