giovedì 13 dicembre 2007

CINQUANTA NATALI SONO TROPPI


È sempre la solita solfa: dobbiamo essere buoni, dobbiamo stare in famiglia, dobbiamo scambiarci i regali, dobbiamo abbuffarci, dobbiamo passare serate e notti intere a giocare a carte, dobbiamo tornare ad essere sereni e gioiosi fanciulli. Ogni anno a Natale è sempre la solita storia e chi non perpetua le varie tradizioni alimentari, sociali e religiose è un malvagio senza cuore.
Sono arrivato al mio cinquantesimo natale e ne ho fin sopra i capelli di tutto questo putrido cinismo. Non riesco più a sopportare questa volgare fiera del consumo che viene spacciata come festa della Speranza e della Buona Volontà. Fino a quando si è bambini, il Natale viene recepito come una reale possibilità che si possa vivere tutti insieme all’insegna della bontà e dell’amore universale; in seguito, crescendo, vengono meno i piccoli grandi misteri che rendevano così magica l’atmosfera di quei giorni. Durante il Natale (da sempre e per sempre) si continua a morire di fame e di malattie curabili, si continua ad uccidere e a massacrare nel nome di qualcosa, si continua a speculare sulla pelle della povera gente; insomma a Natale l’umanità non cessa neanche per un secondo di essere quella che è da sempre: “disumanata”. In realtà il Natale è una delle più grandi illusioni dell’uomo cristiano (oltre ad essere una delle più redditizie occasioni d’affari), in cui troneggia il mito della famiglia e dell’affettività, in cui primeggiano i più stinti luoghi comuni della storia umana, in cui la menzogna più nera diventa così credibile da sembrare verità. Quello che accade nella maggior parte delle nostre case è molto simile a “Natale in casa Cupiello”, dove su uno sfondo di una vita difficile, dura e amara si rappresentano scene di falsa letizia e ostinato e disperato ottimismo. Ogni volta a Natale stendiamo un velo scintillante sulle nostre miserie e sul nostro sordido egoismo scaricando sui buoni proponimenti infantili il fardello opprimente che portiamo nella nostra anima nera. Le nostre famiglie sono diventate fabbriche di bulletti seriali e di precoci consumatori di alcool e altre droghe, eppure a Natale si trasformano in un caldo e morbido nido in cui la prole cresce serena e ricca di valori positivi. Dietro quei balconi intermittenti addobbati in stile Las Vegas vivono disperati e illusi, menefreghisti e conformisti, pseudo credenti e nuovi integralisti. Nella nostra società la festa del Natale, tra le feste religiose, è sicuramente la più ricca e sfarzosa e la più contraddittoria rispetto alla sua origine storica e simbolica; il figlio di Dio nasce in una stalla, in un contesto di estrema frugalità; eppure nel tempo l’uomo e la chiesa stessa hanno costruito la celebrazione di quell’evento con manifestazioni e tradizioni sempre più fastose. La scelta simbolica di un Dio che si manifesta nella debole sembianza umana e in un’umile condizione sociale è passata in secondo piano e non costituisce oggetto simbolico da imitare e sul quale riflettere eticamente. Ci si affanna a decorare la casa, ad acquistare doni e cibi tradizionali ed esotici, a pianificare gli inviti da fare e quelli da accettare: pensieri, azioni e discorsi che si ripetono anno dopo anno. C’è anche chi parte per mete esotiche e chi per località montane, c’è chi ritorna nel luogo natio per ricongiungersi con la famiglia d’origine. In ogni caso la gente è presa dall’euforia natalizia, dalla ricerca spasmodica di passare dei giorni felici. Mai come a Natale si pensa a se stessi, al proprio nucleo famigliare, alla propria cerchia di amici. I pranzi interminabili e le abbondanti bevute anestetizzano le coscienze e inducono sonnolenza, la realtà fatta di orrore, violenza e miseria viene tenuta fuori, viene cancellata.
Questa ipocrita pantomima mi è diventata insopportabile, mi procura angoscia e profonda tristezza. Non voglio distrarmi, non voglio pensare ad altro, non voglio far finta di niente. Mi vergogno profondamente di essere un umano, quest’anno a Natale voglio finalmente piangere e bestemmiare.

1 commento:

Dyo ha detto...

Vorrei scrivere tante cose, dirti che mi trovi assolutamente in linea SU TUTTO, che ne ho piene le balle anch'io. Vorrei dirti mille cose ma sintetizzo: bestemmiamo insieme.