lunedì 28 maggio 2007

LA VITA, NIENT'ALTRO


Ogni essere umano vive secondo quelle che sono le priorità che ha scelto. Chi cerca l’amore perfetto, chi la ricchezza, chi la fama, chi la serenità, chi l’illuminazione interiore, chi un debitore scomparso, chi un tartufo bianco da dieci chili, chi il marito uscito dieci anni prima a comprare le sigarette e mai più rientrato. La qualità della vita che viviamo è in gran parte determinata dal tipo di obiettivo primario che vogliamo raggiungere: obiettivi impegnativi producono spesso ansia e frustrazione, gli obiettivi semplici invece determinano serenità, l’assenza di obiettivi procura quasi sempre una cirrosi epatica letale. Però anche coloro che hanno raggiunto un discreto livello di serenità potrebbero avere non pochi problemi: se ad esempio avete perseguito la costruzione di una bella famiglia e poi scoprite che da molti anni vostra moglie è l’amante della donna di pulizie e vostro figlio passa le sue giornate a fumare qualsiasi cosa combustibile, non sarete certo felici.
Il mancato raggiungimento del nostro obiettivo così come la scoperta che l’obiettivo per cui abbiamo tanto lottato e sperato è quello sbagliato, comporta una sofferenza molto profonda e induce a pensieri estremamente negativi, come ad esempio decidere di farla finita cenando ogni sera da McDonald’s. Basare la propria vita su punti di riferimento esterni a noi stessi è alquanto pericoloso, equivale ad esporre il fianco a tutti quegli eventi che accadono indipendentemente dalla nostra volontà e dalla nostra capacità di gestione. Capita a tutti, indistintamente, di dover subire accadimenti che mai avremmo previsto né tanto meno avremmo sperato di vivere: la vita è sempre la risultante tra quello avremmo voluto e quello che è accaduto. Le uniche cose sulle quali possiamo essere certi sono i nostri comportamenti, abbiamo l’unica possibilità di determinare il nostro modo di agire e di reagire agli eventi della vita, l’unica coerenza che ci è concessa riguarda i principi che determinano i nostri atti verso gli altri e verso la natura che ci circonda. Possiamo decidere se essere più o meno onesti, sinceri, solidali, eccetera, e solo questo possiamo fare senza dipendere da altro, il nostro libero arbitrio finisce qui. “La vita è un’opera magica, che sfugge al riflesso della ragione e tanto più è ricca quanto più se ne allontana, attuata per occulto e spesso contro l’ordine delle leggi apparenti.” Questa frase di Gabriele D’Annunzio coglie il senso profondo del mistero della vita, il suo essere imprevedibile, casuale, fortunata e disperata, non ci consente di farcene un’idea precisa, possiamo solo viverla abbandonandoci al suo flusso e muovendoci solo quel che serve per cercare di rimanere incolumi il più a lungo possibile. Bisogna anche dire che il potere destabilizzante delle sorprese che l’esistenza ci regala è direttamente proporzionale al grado di organizzazione della nostra vita: l’incursione del caso e dell’inaspettato in una vita scandita da ritmi molto stretti e da impegni e scadenze molto ravvicinati, è deflagrante; non si ha il tempo e la serenità di metabolizzare la novità e la si subisce reagendo in modo scomposto e quasi sempre inadeguato. Se dopo anni di vita da single e diverse esperienze affettive andate piuttosto male, accade di incontrare una persona che sconvolge tutte le idee maturate nel tempo e determinate dalle delusioni pregresse, lo shock è inevitabile. Soprattutto se l’organizzazione della vita era stata improntata verso un crescente impegno quotidiano tendente a “riempire” i vuoti e a evitare di passare troppo tempo con sé stessi riflettendo sulla propria condizione e i propri desideri, questo nuovo evento produce una crisi e non si riesce neanche a trovare il tempo materiale per pensarci sopra e fare considerazioni ponderate. L’amore, il trasporto, il desiderio, possono diventare pensieri ossessivi che attanagliano la nostra mente al supermercato, al lavoro, in palestra e sotto la doccia. Non riusciamo a controllare la gioia della comunione e il dolore dell’assenza, siamo molto preoccupati da una strana regressione adolescenziale. Ci prende l’ansia da mancata razionalizzazione, veniamo assaliti da interrogativi senza risposta, i nostri sudati punti di riferimento scivolano dalle mani, ci sentiamo nudi e indifesi. Lentamente affiora la sensazione che abbiamo dedicato gran parte del nostro tempo a costruire con fatica un castello di sabbia e ora la marea si sta alzando, senza scampo. Cosa sta accadendo? La vita, nient’altro.

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Se vivi una storia d’amore che ti porta a riflettere sulla "condizione della vita” io credo che è il massimo che ognuno di noi può avere in questa misera esistenza terrestre.
Chi invece vive una storia d’amore aggrappandosi a considerazioni del tutto effimere ( gioielli, macchina, passeggiate serali ecc) costruisce il suo bel castello di sabbia .
E, se questo castello è costruito in riva al mare, in fretta, la marea porterà inesorabilmente la sabbia giù nei fondali marini, chi invece , lo costruisce nelle proprie case strappando la sabbia alla riva del mare , durerà un po’ di più, ma è pur sempre destinato a distruggersi.
A noi uomini non è dato di conoscere il futuro, né tanto meno di determinarlo possiamo solo concentrarci sul nostro agire cercando di cogliere le opportunità , le occasioni e le gioie che si presentano al momento e viverle nella loro unicità senza alcun condizionamento derivante da ipotetiche speranze o timori per quel che accadrà.
E' questa la nostra vita ed è bella perchè ci riserva un mare di emozioni.Maria.

Dyo ha detto...

Emozioni...mica tante, a parte una multa inaspettata per "eccesso" di velocità, o una gastroenterite fulminante in un posto affollato, privo di servizi igienici.
Porsi obiettivi di facile raggiungimento è una scelta saggia. Essere duttili, elastici, è fondamentale.

Anonimo ha detto...

si,hai centrato il problema.Trovare l'amore con la A maiuscola ti sconvolge quando hai alle spalle anni di esperienze negative e una vita che hai cercato di impegnare al massimo per riempire il vuoto che hai dentro.E quando arriva ti mette in crisi.Ma non è una regressione adolescenziale, nè ansia di mancata razionalizzazione,è semplicemente paura..... Non parlo di paura di distruggere il castello di sabbia da noi costruito,ma paura e sacro timore di perdere ciò che si è desiderato per tutta la vita, di sbagliare di nuovo... Che fare? Per saperlo devi vivere questo Amore e sperare...una tua fan