lunedì 21 maggio 2007

EFFETTI COLLATERALI


Partendo dal Karma fino alle riflessioni di Wittgenstein, il principio di causa ed effetto è da sempre presente nella nostra cultura così come nella nostra vita materiale. Col tempo, con l’osservazione della realtà e con le riflessioni su di essa, abbiamo imparato che anche in presenza di una sola causa si genera più di un effetto, ovvero ad una causa corrisponde un effetto “principale” e diversi effetti “secondari”, che nella maggior parte dei casi definiamo come “effetti collaterali”. Per esempio abbiamo imparato che bevendo liquidi in cui è disciolta anidride carbonica proviamo un gran piacere e agevoliamo la rapida digestione, un effetto "collaterale" dell’assunzione di questi liquidi sono dei rutti esagerati e spesso incontrollabili. Oppure pensiamo all’effetto, ormai arcinoto, di un farmaco come il Viagra e ad un suo effetto "collaterale": un deciso colorito da puffo su tutto il viso. Insomma la questione è che l’effetto “principale” è solitamente quello voluto o comunque quello che ci si aspetta, l’effetto “secondario” no, è indesiderato e a volte può essere pericoloso. Ci sono poi dei casi in cui lo svantaggio dell’effetto “collaterale” è di gran lunga maggiore del vantaggio di quello “principale”: il piacere e la soddisfazione che si riceve dalla degustazione di una bella porzione di trenette col pesto non è assolutamente comparabile agli effetti devastanti che procura sul nostro alito e sulla nostra sudorazione, c’è chi ha perso il lavoro per molto meno…
Ma passiamo ad argomenti più complessi: ci sono casi in cui non si può fare a meno di patire gli effetti “collaterali”, anzi ci si organizza addirittura per neutralizzarli innescando un nuovo meccanismo causa-effetto, il quale a sua volta potrà produrre nuovi e inaspettati effetti “collaterali”. Dalla cefalea post eccesso alcolico alla dispepsia post eccesso alimentare, la nostra vita è un percorso su un campo minato da fastidiosissimi effetti “collaterali”. Cos’è quello strano senso di insicurezza e di vuoto angosciante se non l’effetto “collaterale” dell’innamoramento? E quel mostruoso foruncolo sul naso comparso all’improvviso durante la notte se non accidentale conseguenza di un eccesso consolatorio di mezzo chilo di tiramisù? In realtà non riusciamo a risolvere un problema senza che se ne crei un altro, non riusciamo a chiudere una parentesi tonda senza che se ne apra una quadra. Dalla pratica informatica abbiamo appreso che in molti casi è meglio “resettare” tutto, azzerare la situazione, fare “tabula rasa”, per poter ricominciare a mantenere il controllo degli eventi e dei pensieri; ma è pura illusione, il nostro cervello non è un hard disk che può essere ripulito in qualsiasi momento da virus informatici e incompatibilità tra programmi. Si può decidere e agire per porre fine ad una relazione sentimentale, ma se poi continuiamo a pensarci in modo ostinato o addirittura semi-maniacale non abbiamo fatto alcun passo avanti, anzi, abbiamo intrapreso la dolente e insidiosa strada dell’automutilazione, di quel cilicio psicologico che fa molto più male di quello materiale. Masochismo latente? Autopunizione inconscia? Può darsi, ma anche sicuramente una perversa forma di egoismo, un desiderio irresistibile di sentirsi al centro dell’universo, vittima suprema di un malvagio disegno della storia. In realtà proprio la riflessione sugli effetti “collaterali” potrebbe aiutarci a cercare di capire qualcosa sul senso della vita e su noi stessi, sul fatto che siamo fragili, temporanei, una specie di finestra sul creato che si apre e si chiude a orologeria, e non siamo noi i programmatori del timer.
Ecco, gli effetti “collaterali” sono lì a ricordarci che sebbene abbiamo deciso e organizzato il dominio sulla natura, non siamo riusciti a realizzarlo; e più tempo passa più ci rendiamo conto che lo sfruttamento indiscriminato delle risorse naturali produce un pesante effetto “collaterale”: un inesorabile mutamento di quelle condizioni che ci hanno consentito di vivere e di riprodurci. Anche la sofferenza amorosa, che si manifesta per l’assenza dell’altro, è una sorta di effetto “collaterale” che ci rivela impietosamente l’inconsistenza del mito amore-felicità orientandoci opportunamente verso la scoperta del binomio amore-indispensabilità; e quello smarrimento totale, quel senso di sgomento stupore per la vita, quella nausea tremenda per tutto ciò che ci circonda, quel peso opprimente che ci impedisce quasi di respirare? Quelli sono i sette cannelloni che avete spazzolato ieri sera, fingendo profonda frustrazione e bisogno d’affetto: la prossima volta evitate almeno di fare la scarpetta e bevete un bicchiere di citrosodina, subirete effetti “collaterali” gassosi ma tranquillizzatevi, non aumentano il buco dell’ozono.

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Sì hai ragione, gli effetti collaterali si producono sul nostro corpo quando assumiamo indiscriminatamente alcune sostanze .
Oltre le sostanze citate da te e di cui hai brillantemente descritto i sintomi degli “effetti collaterali”(viagra compreso), ve ne sono delle altre molto più pericolose con effetti devastanti e addirittura letali , parlo delle sostanze terapeutiche che da sempre rappresentano un vero problema per l'umanità oltre che un business di mercato mondiale.( chi non viaggia portando con se il flaconcino della novalgina o le bustine di aulin?).
Ma in amore consentitemi di chiederlo c'è qualcuno che può stabilire la dose giusta da dare o da ricevere??Ed è per questo che non facendo previsioni molto spesso per qualcuno di noi c'è l'innamoramento facile, e quando finisce allora è sofferenza vera... ma rispetto a tutte le altre vi assicuro che è il male peggiore meglio soffrire per un uomo che ti lascia e non per altre molto più dolorose se non addirittura cattive.Maria

Anonimo ha detto...

mi correggo:
" il male minore"

Anonimo ha detto...

fantastico: quello del viagra sei proprio sicuro???
E che dire poi della pizza con la cipolla e le acciughe ha due effetti collaterali: la si digerisce dopo una settimana e fino ad allora non ti si avvicina manco il cane!!!!
buona settimana Saverio
Sophiarosa

Dyo ha detto...

"Amore-indispensabilità" oppure "amore-dipendenza". Ahimè. Mi ci sono riconosciuta, in questo post, in più e più punti. Riflettevo sul fatto che gli effetti collaterali hanno peso ed importanza anche molto tempo dopo la loro primaria comparsa. Quasi a ricordarci che, prima di commettere una cazzata, dobbiamo pensarci almeno 10 volte.

Anonimo ha detto...

Come la si considera "una cosa di poca importanza" ancor prima di farla? in amore o in guerra tutto è consentito, e se si sbaglia è il tempo che te ne darà ragione.
Quindi, non rimane che accettare noi stessi per quello che siamo, belli o brutti, buoni o cattivi, sciocchi o intelligenti e vivere incondizionatamente la nostra vita. Agli errori ci penserà il tempo a ripararli.Buonanotte.