domenica 11 novembre 2007

KILL RAFFAELE SOLLECITO N.1


La vicenda dell’omicidio della studentessa inglese a Perugia mi ha molto colpito e coinvolto. La ragione è che sono amico di uno dei tre ragazzi indagati, lo conosco da tantissimo tempo, così come conosco molto bene una parte della sua famiglia d’origine. Ritengo di conoscere Raffaele piuttosto bene, in tutti i risvolti del suo carattere, in tutti gli aspetti della sua personalità e non nascondo che gli voglio bene. Non voglio entrare nello specifico di questa tragica circostanza in cui è stato coinvolto, anche se dentro di me sono assolutamente convinto della sua estraneità. Quello che mi preme segnalare è il disgustoso linciaggio mediatico di cui è vittima. Sono un giornalista e conosco bene i perversi meccanismi che regolano il flusso e l’uso delle notizie, ma non posso tacere sulle grossolane falsità dette e scritte sul suo conto, né sul cinico accanimento di cronisti da strapazzo che non hanno esitato un istante a dipingere un ritratto che non corrisponde alla realtà. Frasi e fotografie prese (direi sottratte) dal suo blog sono state utilizzate per inculcare il dubbio, per dare l’immagine di una personalità ambigua e disturbata di un’apparente normalità che cela un’orribile perversione.
Presunti esperti e presuntuosi cronisti si danno da fare a descrivere Perugia e il suo ambiente universitario come un covo di giovani etilisti rimbambiti dagli spinelli e dalle ore passate nei locali notturni. Evidentemente costoro non conoscono le nuove abitudini di tutta la gioventù italiana nelle grandi città come nell’ultimo paese di provincia. E’ molto difficile incontrare il sabato notte un ragazzo tra i sedici e i venticinque anni che non sia brillo o fumato che entra ed esce da un locale all’altro. Questi signori non hanno figli né nipoti, o mentono spudoratamente.
Come ormai accade sempre, sono trapelate notizie riservate, stralci di interrogatorio e tutto ciò che può servire a giudicare e condannare senza appello. Sembra paradossale, ma in una società che tende sempre di più ad elaborare norme di procedura che garantiscano i diritti della persona (e fra questi diritti c’è la privacy e la propria onorabilità), i sistemi di comunicazione di massa agiscono in senso opposto e si mobilitano massicciamente per tirare su, in brevissimo tempo, una micidiale forca mediatica. La tragica vicenda di Enzo Tortora non ha insegnato niente poiché nessuno ha pagato per aver distrutto l’onore e la salute di una persona onesta, né magistrati né giornalisti hanno dovuto rispondere dei loro barbari comportamenti.
Non credo sia possibile immaginare cosa si prova ad essere improvvisamente catapultati su un banco accusatorio senza avere la possibilità di difendersi da un’accusa infamante: per la pubblica opinione, Raffaele Sollecito è un giovane pervertito coinvolto in un sanguinoso ed assurdo omicidio e, indipendentemente dagli esiti delle investigazioni, questo marchio ignominioso diventerà un peso che dovrà portare addosso per sempre. Ancora una volta gli sciacalli dell’informazione hanno una nuova vittima, ancora una volta si è consumato il linciaggio morale di una persona impossibilitata a difendersi.
“Nel passato gli uomini subivano la tortura della ruota, adesso subiscono quella della stampa.”
Oscar Wilde




Francesco Saverio Sasso




1 commento:

Dyo ha detto...

Ecco, adesso ho capito a chi ti stavi riferendo nel post precedente. Sono d'accordo con te, e, da mamma, mi metto nei panni del padre del ragazzo (visto che la madre non ce l'ha più).
Speriamo ne esca a testa alta, senza grossi contraccolpi di tipo depressivo.
Ciao Saverio.