sabato 22 maggio 2010

Atto Unico - LA PANCHINA






Un anziano signore piuttosto trasandato siede su una panchina e legge il giornale.
Da un vialetto laterale sbuca una signora con un carrozzino. Si ferma un attimo, guarda l’anziano e si va a sedere all’estremità della stessa panchina. Si aggiusta il vestito, rimbocca la copertina che copre il bambino.

- Buongiorno!
- Giorno…risponde l’anziano senza guardare.
- Che giornata! Che sole! Sembra sia arrivata la primavera! Sospira, guarda il bimbo, sorride: Questa è la sua prima passeggiata al parco! Rovista nella tasca del carrozzino e tira fuori una bottiglietta di plastica vuota: Mi scusi, le dispiace darmi un’occhiata al bimbo? Vorrei prendere un pò d’acqua dalla fontanella…Senza attendere la risposta si alza e va verso la fontana.

L’anziano piega il giornale, si inclina leggermente per guardare dentro al carrozzino, scuote la testa.

- Grazie! Ha visto? Ho fatto in un baleno! Si siede e sorseggia dalla bottiglia.
- Baby sitter?
- Oh no! Io sono la mamma! E questo è il mio cucciolotto!
- Fintanto che son cuccioli sono belli e bravi….poi crescono…diventano forti…e mordono!
- Mordono? Ahahahaha…ma che dice? È un bambino..mica un cane…
- Lo so che è un bambino…e mi dispiace per lei che non sia un cane….
- Ma che sta dicendo? Vuol paragonare un essere umano ad un cane? Ma si sente bene?
- A dire il vero non sto molto bene….gli acciacchi dell’età…e questa debolezza….
- Ohh mi dispiace! Faccia una bella cura ricostituente!
- L’ho fatta….sei mesi fa…sono riuscito a rimanere in ospedale per trenta giorni…che pacchia! Poi si sono accorti che ci marciavo e mi hanno dimesso…accidenti a loro!
- Non capisco! Che vuol dire che ci marciava?
- Che fingevo…hanno mangiato la foglia! Hanno capito che ero lì per un letto caldo e tre pasti al giorno…bha! Pazienza!
- Mi scusi…sono confusa…non avevo capito che lei è un senza tetto!
- Io senza tetto?..Noo..no, lei è fuori strada…io ho una casa, in affitto, ho anche la pensione…ero impiegato al Credito Nazionale…
- A me risulta che le pensioni dei bancari siano piuttosto buone…
- È vero..sono buone pensioni…ma vede…metà devo passarla alla mia ex moglie, della restante metà un terzo è pignorato, un altro terzo va alla pigione e con l’ultimo terzo dovrei vivere…e vivo mangiando brodino e zuppa di pane e latte.
- Comincio a capire…la vita è stata crudele con lei…
- Non la vita…cara signora….il cucciolo…anzi, la cucciolata!
- La…..cucciolata….
- Si…i miei due figli…un maschio e una femmina…che Dio li maledica!
- Lei bestemmia!!
- Signora ….io sono una bestemmia vivente! Li ho amati e li ho cresciuti nel modo migliore..ho fatto di tutto per comprenderli e per accontentarli….sono arrivato a fare tre lavori pur di soddisfare ogni loro desiderio….sono stato un pazzo…non ho capito che stavo allevando dei mostri…
- Ma è tremendo quello che dice! Se ne rende conto?
- Sin da bambini volevano…volevano..anzi, pretendevano…io e mia moglie eravamo diventati i loro servitori, la loro banca, i poveracci da deridere e disprezzare, coloro che della vita non avevano capito nulla…
- Ma si sa, i giovani devono sempre contestare, criticare, pensare al divertimento. Vogliono essere spensierati…
- Spensierati un corno! Sono attentissimi alle differenze sociali, agli status symbol, ad ostentare le ultime mode, a disporre sempre di denaro…denaro…ma io a un certo punto ho detto basta….ed è stato l’inizio della fine…tutti e due hanno usato la madre per farmi la guerra, così io e mia moglie ci siamo sbranati a vicenda fino all’osso…fino alla separazione. E quando è giunto il momento di dividere i beni, sono riusciti a farsi intestare tutto, lasciandoci in mutande.
- Ma scusi..il suo mi sembra un caso veramente eccezionale…normalmente le cose non finiscono così..
- E chi lo sa? Lei è sicura che suo figlio non diventi un delinquente? Come fa a saperlo? Lei lo vede piccolo, indifeso..ma non sa se dietro quel sorriso angelico si nasconde un ghigno beffardo…se dopo le prime, tenere, parole non vi saranno imprecazioni, urla e aggressioni fisiche e verbali.
- La donna fissa preoccupata il carrozzino. Ma come è possibile? Il mio Cicci….
- Cicci? Si chiama Cicci?
- Ma no! L’abbiamo chiamato Kevin…
- Perché?
- Come perché?...Perchè è un nome che ci piace!
- Ma un nome non deve piacere…non è un vestito o un gelato…il nome è il primo segno di appartenenza a una stirpe, è il collegamento agli avi, è la storia che entra nel bagaglio di una persona. Avete sacrificato la storia nel nome del piacere, dell’estetica. Ma avete fatto anche peggio: avete introdotto l’idea che l’eredità sia costituita solo dai beni materiali e che cose come l’esempio, l’impegno e lo stile di vita non siano il vero cespite che ognuno lascia ai suoi successori. Kevin è un nome da consumatore senza storia, da pollo da batteria messo all’ingrasso di cibi, di beni e di nozioni inutili, un nuovo schiavo della società di massa.
- Lei è cattivo! È la disperazione che la fa parlare in questo modo! Non sono tutti come i suoi figli…
- I miei figli sono due mostri e i miei nipoti….si figuri.. Gaia… Deborah con l’acca e Alessio….lo stanno diventando. Il loro telegiornale è la pubblicità, la loro educazione sentimentale e civile dipende dai telefilms, i loro modelli di riferimento sono i protagonisti dei reality show, le loro emozioni dipendono dal possesso e dall’acquisto…..tra non molto saranno presi dalla noia e si cimenteranno con la trasgressione….una trasgressione vuota….non una ricerca di nuovi equilibri….ma un tunnel catatonico….
- Piangendo. Ma ci sono cose, caro signore, che non si possono dimenticare…l’affetto dei genitori…il calore della famiglia..
- Il suo Kevin imparerà a misurare il suo affetto attraverso le merci e il denaro…..e ogni volta che lei dirà di no sarà per lui una cosa insopportabile…perché negare gli oggetti e il denaro significherà negare l’affetto. Lei cercherà di fargli capire…proverà a convincerlo…ma i suoi tentativi saranno inutili…signora…mi creda…non mi fa piacere dirlo…ci sono passato anch’io…lei è stata, per questa società, una fattrice…sì…un animale riproduttivo…suo figlio è stato suo finchè l’ha portato in grembo. Ora che è nato la società lo reclama….ha bisogno di carne fresca…di nuovi consumatori…è tragico…è mostruoso…è la verità.
La donna non piange più…fissa la carrozzina senza alcuna espressione. Si è fatto tardi…devo andare…la saluto
- Arrivederla signora, e stia su…viviamo tempi terribili. Riprende a leggere il giornale.

La donna si allontana per fermarsi davanti a un cassonetto di rifiuti. Lentamente prende il bambino dalla carrozzina e lo getta nel cassonetto. Poi prende la carrozzina e butta anche lei nell’immondizia. Chiude il coperchio del cassonetto e lentamente va via.

4 commenti:

bluette ha detto...

Portare una premessa a conseguenze estreme e farlo con coerenza e stile, riuscendo anche a instillare la certezza dell'inevitabilità del risultato...complimenti!

Saverio ha detto...

Grazie. La cosa è nata da una mia fantasia sulle cause possibili che spingono alcune madri a gettare i figli neonati nei cassonetti dei rifiuti...

ap ha detto...

Questo atto unico è un colpo basso alle certezze precostituite.

Saverio ha detto...

E' vero Piero...ma come tu sai che le certezze precostituite non vanno molto d'accordo con me...
Grazie, a presto.