sabato 31 ottobre 2009

WIM WENDERS - Angeli Sopra Berlino

IL FASCINO DELLA CADUCITA'

venerdì 30 ottobre 2009

mercoledì 28 ottobre 2009

martedì 27 ottobre 2009

BILLY WILDER - A qualcuno piace caldo

NESSUNO E' PERFETTO.

RAINER WERNER FASSBINDER - Un Anno con 13 Lune

VICENDE UMANE.

PER FAVORE, FATELO CURARE






La vicenda del Presidente della Regione Lazio Piero Marrazzo ha lasciato sbigottiti moltissimi italiani. Non certo per l’argomento in sé, dato che gli italiani sono assidui consumatori del mercato del sesso, quanto per la portata economica della storia. Pare infatti che il Marrazzo avesse concordato con il trans brasiliano Nathalie un compenso di cinquemila euro. Una cifra assolutamente esorbitante se consideriamo che il caso D’Addario ci aveva informati sulle tariffe medie in uso ai massimi vertici istituzionali (mille-duemila euro, più cena di benvenuto), a questo c’è da aggiungere che, da un punto di vista estetico, passa una bella differenza fra le escort di Tarantini e i trans di via Gradoli: quella Nathalie ha la stessa avvenenza di Tarcisio Burgnich (uno dei più grandi terzini della storia del calcio) con parrucca e minigonna.
Evidentemente c’è qualcosa che non torna. Qualcuno potrebbe dire che non ci è dato di sapere quali fossero le performances concordate per quella cifra, la fantasia non ha limiti e nel sesso a pagamento la fantasia costa molto. Può darsi, ma considerando l’oggetto del desiderio viene spontaneo pensare a giochetti sadomaso con epilogo coprofilo e grappino finale, giusto per dimenticare. Sotto l’aspetto sociologico è ormai assodato che il popolo del centro destra è orientato verso il sesso ortodosso basato sulla trombata classica, mentre il popolo del centro sinistra è più aperto ad esperienze diverse basate sull’equivoca apparenza con “grande sorpresa” finale del genere “e questo dove lo mettiamo?”. Ma quello che urta tutti gli italiani è lo spreco, la mancanza di rispetto per il denaro. La colpa imperdonabile di Piero Marrazzo è quella di aver offeso tutti quei poveri lavoratori che durante la settimana fanno i salti mortali per risparmiare qualcosa da poter spendere, il sabato sera, lungo i viali delle periferie in compagnia di puttane nigeriane e viados con la voce baritonale. Naturalmente c’è anche qualche italiano, non molti a dire il vero, che tira in ballo la questione etica. La faccenda è abbastanza lineare: un politico eletto ha stretto un patto di fiducia col proprio elettorato ed ha il dovere di onorarlo prima di ogni altra cosa. Se invece il suddetto politico dimostra di essere un traditore (non onorando, ad esempio, il patto coniugale) distrugge la fiducia del proprio elettorato ed ha il dovere morale di dimettersi. A tutto questo si aggiunge anche il fatto che il fedifrago si è cacciato in una situazione in cui è diventato oggetto di ricatto e quindi ha perso la libertà di agire per mantenere gli impegni e le promesse elettorali, egli ha perso, in sostanza, il diritto di rappresentanza, che è alla base della democrazia.
Infine, last but not least, c’è lo specifico dell’uomo Marrazzo. Eletto alla massima carica regionale grazie anche alla sua grande notorietà televisiva: per anni ha incarnato il personaggio di paladino dei diritti dei consumatori, di nemico giurato di truffatori, imbroglioni e mistificatori di ogni genere. E invece è cascato come una pera cotta di fronte all’industria del sesso esentasse per finire nelle mani di veri e propri ricattatori. E non ci sarebbe da meravigliarsi se dalle indagini verrà fuori che la parola d’ordine che usava per entrare nella magione della brasiliana nerchiuta era: Mi manda Raitre.
È mai possibile che un uomo arrivi a farsi del male fino a questo punto? È mai possibile che un personaggio da carnevale di Rio possa obnubilare la mente di un uomo di cultura ed esperienza? Dobbiamo aspettare che qualche studioso pubblichi un saggio su politica e analità per capirci qualcosa o rimpiangere gli anni in cui Cicciolina era deputato della Repubblica?
In attesa di capire facciamo un invito alla famiglia e agli amici di Piero Marrazzo: fatelo curare.

venerdì 23 ottobre 2009

lunedì 12 ottobre 2009

ERMANNO OLMI - L'Albero degli Zoccoli

UN MONDO SCOMPARSO

BAARIA




Baarìa è un film d’autore. Nel senso che ha la dote di trasmettere allo spettatore sentimenti, sensazioni e quell’immedesimazione che solo un artista è capace di comunicare con armonica compiutezza. La chiave di volta dell’opera è la memoria, quella memoria che alberga in ognuno di noi e che è fatta da un impalpabile intreccio di memoria storica, memoria collettiva e memoria personale, dove quello che è accaduto si fonde con quello che abbiamo vissuto, dove i fatti sono mescolati alle emozioni, dove la realtà non si distingue dalla fantasia, dove la cronaca è innestata nella fiaba, dove le immagini e i suoni si sviluppano secondo criteri onirici e affettivi.
Da un punto di vista del linguaggio cinematografico Tornatore privilegia la fotografia, curata per rendere quella luce e quei colori che solo a sud si possono percepire, nelle piazze assolate, nelle larghe strade lastricate di pietra, in quei panorami naturali in cui uomini e animali conferiscono il senso della vita che scorre implacabile. Questa luce unica e vibrante avvolge le vicende umane dei singoli innalzandole a metafora del destino dell’uomo, dove la vita e la morte, il gioco e il lavoro, l’amore e l’odio, assumono il senso di meri segni d’interpunzione nella narrazione di una comunità che vive il passaggio doloroso e lacerante da una civiltà contadina arcaica alla nuova dimensione della società dei consumi. La narrazione filmica fa un uso sapiente di dotte citazioni attingendo ai capolavori di Olmi (L’Albero degli Zoccoli), di Bertolucci (Novecento) e di Leone (C’Era Una Volta In America), oltre all’esplicito riferimento del troppo poco considerato “Mafioso” di Lattuada, girato proprio a Bagheria. Un altro elemento estremamente interessante è l’uso discreto della colonna sonora. Nonostante sia stata composta dal grande Morricone, Tornatore sceglie di non affidarle lo stesso compito evocativo che si può riscontrare in “Nuovo Cinema Paradiso”. In Baarìa il tema, che ricorda melodie arcaiche suonate dalla zampogna, viene utilizzato solo per sottolineare alcuni momenti del film, tutto il resto è affidato alle voci e ai suoni quotidiani: una sorta di corale laico di voci e di lingua destinati ad estinguersi.
Se, da un punto di vista concettuale, “Baarìa” può essere non a torto confrontato con “Amarcord” di Fellini, non si può non evidenziare il fatto che Tornatore abbia cercato di ricreare quel sottile equilibrio fra realtà e ricordo che è alla base della nostra memoria personale. Il ruolo del sogno, la presenza di un mondo magico e misterioso, la morte ,umana e animale, vista come un accadimento necessario e socialmente condiviso, sono tutti elementi estremamente importanti ed estremamente caratterizzanti della cultura del sud. In quest’ottica anche cose importanti come la maturazione di una coscienza politica e lo sviluppo della cultura perdono il loro primato assoluto per divenire dei mezzi di interpretazione della realtà, di una realtà che col tempo si popola di ombre e di fantasmi e che diventa memoria di quello che siamo stati e sogno di quello che avremmo voluto essere.
Baarìa è un’opera “necessaria”. “Necessaria” alla poetica di Tornatore, da sempre impegnato a raccontare storie che, in un modo o nell’altro, gli appartengono; ma “necessaria” anche, e direi soprattutto, per tutti coloro che hanno la voglia di capire e di capirsi, di interpretare il passato e il presente, di conoscere se stessi, di rincorrere il senso delle cose.

domenica 4 ottobre 2009

HERB ALPERT - Route 101

VIAGGIARE...

NINO D'ANGELO - 'O Schiavo E 'O Rre

IMPEGNO NEOMELODICO

LA PANTERA ROSA

Il mattino ha l'oro in bocca.

sabato 3 ottobre 2009